Cesare Capuis è oggi conosciuto per le sue scalate in Dolomiti, ove, sulle Torri di Alleghe, trovò la morte tragicamente il 26 giugno 1932 e per aver dato il nome alla Scuola di Montagna della sezione di Mestre del CAI. Tuttavia, pochi sanno che, Capuis, ingegnere di famiglia livornese, imparò ad arrampicare proprio a Napoli ove si era trasferito per motivi di lavoro. A Napoli fu Vice Presidente della sezione del CAI dal 1925 al 1927, anni in cui ne era presidente Ambrogio Robecchi (1871-1930).
L'alpinismo di Capuis a Napoli
Sotto la loro direzione la sezione di Napoli visse un impulso di attività e una crescita in termini di soci straordinaria. Soprattutto i Monti Lattari e l’isola di Capri videro la coppia Capuis-Robecchi, assieme ad altri soci della sezione, aprire innumerevoli vie di roccia, in un’esplorazione certosina di tutte quelle guglie e pareti che potessero avere un minimo interesse alpinistico. Capuis fu certamente uno degli ultimi pionieri che praticarono l’alpinismo seguendo concetti e tecniche ottocentesche ma, come scrisse Massimo Mila egli giunse, assieme ad altri, “… ad effettuare la saldatura con l'alpinismo moderno del 5° e del 6° grado”. Francesco Del Franco, un napoletano verace che di alpinismo ne sapeva e lo praticava con passione, lasciò di lui, sulla rivista sezionale del CAI di Napoli, il seguente ricordo: “Cesare Capuis è stato forse il primo alpinista “venuto dal nord” che ha svolto a Napoli un’intensa attività alpinistica ed escursionistica contribuendo in modo decisivo al loro sviluppo nell’ambito della nostra sezione. Al confronto appare decisamente meno significativo quanto hanno realizzato da noi altri grandi alpinisti di origine settentrionale quali Hans Steger, Paula Weisinger, Cesare Maestri, Alessandro Gogna, i non pochi “Ciarmoces” della Val di Fassa e “Scoiattoli” di Cortina, che pure, durante il loro soggiorno a Napoli e dintorni, hanno dimostrato di apprezzare le nostre rocce e a più riprese hanno ceduto alla loro seduzione”.
Il ricordo delle sezioni
Le sezioni di Castellammare di Stabia e di Mestre ricorderanno Cesare Capuis con una serie di eventi, tra i quali la ripetizione di alcune vie di roccia aperte sul Monte Faito e a Capri cento anni fa, un corso di arrampicata su roccia per i giovani della sezione di Castellammare di Stabia, a cura degli istruttori della Scuola di montagna “Cesare Capuis” di Mestre e un convegno celebrativo, il 29 ottobre, nel corso del quale verrà presentata una pubblicazione, a cura di Raffaele Luise e Roberto Mezzacasa, sugli anni napoletani di Cesare Capuis. In occasione del convegno verranno eseguiti dei brani della compositrice Matilde Capuis (1913-2017), figlia di Cesare, che da ragazzina, si cimentò col padre in svariate ascensioni su roccia, nella catena dei Monti Lattari. La realizzazione dell’opuscolo celebrativo è stato reso possibile grazie, soprattutto, al ritrovamento da parte del Presidente della sezione di Castellammare, Raffaele Luise, degli archivi fotografici di Ambrogio Robecchi e Cesare Marenzi, gentilmente messi a disposizione dai nipoti, e al contributo economico della Banca Stabiese, il cui fondatore, Vincenzo Santoro fu, nel 1935, tra i soci fondatori della sezione di Castellammare di Stabia.