«Nel bosco vicino al rifugio abbiamo raccolto pezzi di plastica, vetri, indumenti, ferri arrugginiti, taniche, piatti, bottiglie, vecchi giocattoli, vecche sedie e molte lattine. Non ci aspettavamo di trovare così tanti rifiuti. Molti erano sottoterra, erano di molto tempo fa, spuntavano appena. E noi li abbiamo tirati fuori. Perché si devono mettere sottoterra? Siamo molto delusi da questo comportamento, ma anche orgogliosi di quello che abbiamo fatto. Siamo stati tra i primi a pulire qui».
A parlare sono
sette piccoli “eroi”: sette bambini strepitosi che lo scorso fine settimana, al
Rifugio Carlo Porta ai Piani dei Resinelli (LC), hanno preso parte all’ultima fase del progetto di educazione ambientale
“Nelle squame di una trota 2 – In fuga dalla plastica”.
La pulizia del bosco © Cai
I giovanissimi protagonisti del fine settimana
Giorgia (bambina che frequenta la terza elementare a Vedano),
Marco (quarta elementare, Vedano),
Sofia (terza elementare, Villasanta),
Filippo (terza elementare, Villasanta),
Aziz (quinta elementare, Macherio) e le
due Viola (la “piccola” frequenta la terza elementare a Vedano, la “grande” la prima media a Macherio) hanno dato una grande lezione a tutti. Una lezione di amore per l’ambiente, di curiosità, di voglia di conoscere, di impegno. Ma anche una lezione di capacità di collaborazione, di armonia e di socialità. A parte Giorgia e Viola “piccola” (
«siamo le migliori amiche»), infatti, i nostri “eroi”, di età compresa tra gli
otto e gli
undici anni, non si conoscevano tra loro, ma ci hanno messo davvero poco a diventare un
gruppo solido e affiatato.
Il progetto “Nelle squame di una trota 2”, organizzato dal
Family Cai Macherio Vedano e dalla
Cooperativa Ecosviluppo, con la collaborazione del
Cai Villasanta e il sostegno del
Cai Lombardia, questa primavera ha coinvolto
800 alunni delle scuole elementari e medie di Macherio, Vedano e Villasanta con un gioco a tema ambientale svolto in classe. Alla fine, è stato proposto un ulteriore enigma (il “Golden Ticket”), e chi voleva poteva provare a risolverlo a casa. I sette “eroi” sono stati scelti tra quelli che hanno inviato la fotografia richiesta.
Verso il rifugio legati come in una vera cordata
In cammino come in una vera cordata
La pulizia del bosco © Cai è stata sicuramente il clou della due giorni. I bambini sono stati però coinvolti in molte altre attività, ideate e condotte da
Nicole Personeni di Ecosviluppo e
Ruggero Gariboldi del Family Cai, a iniziare dalla salita al rifugio dai Piani dei Resinelli il sabato mattina. Legati tra loro, in modo da essere una
vera cordata, i piccoli “eroi” brianzoli dovevano trovare
sette fili di vari colori posizionati lungo il sentiero. Quando il primo della cordata ne trovava uno, passava in fondo. Il messaggio era chiaro: oltre a guardare dove si mettono i piedi, in montagna bisogna essere capaci di
osservare l’ambiente nel quale ci si trova, stimolando così la propria curiosità e voglia di conoscere.
«Il filo che ho trovato era blu, era appeso a un albero. Non è stato difficile scoprirlo, era il primo dopo l’entrata nel bosco», dice Giorgia. «Il mio invece era il penultimo. Era fucsia e l’ho trovato appeso a un cartello che indica la via per il rifugio», racconta Viola “grande”. Viola “piccola” rilancia: «Il mio era verde ed era appeso a un albero al lato del sentiero. Si mimetizzava con la natura». Tutte e tre sono già state in montagna, Viola “piccola” «anche su un ghiacciaio».
Pronti per il canalone Porta © Cai
Sul Canalone Porta con gli scarponcini ai piedi
Dopo questo primo gioco i bambini, che tra loro avevano già rotto il ghiaccio, hanno risalito il
Canalone Porta, muovendosi con i loro scarponcini da un masso all’altro, con la costante supervisione degli adulti del Family Cai. Qui, muniti di guanti e di pinza, dovevano cercare eventuali rifiuti. Rifiuti che fortunatamente sono stati pochi, a parte un lungo
pezzo di ferro che i ragazzi hanno scovato tra i massi.
Impegno, motivazione e collaborazione nel nome della natura
La terza proposta è stata la già citata pulizia del bosco. La rifugista
Marta Rivetti aveva avvisato i bambini del fatto che una piccola parte del bosco Giulia era stata utilizzata in passato come una sorta di discarica.
«Un tempo non c’era la coscienza ambientale di oggi. Molti non sapevano quali danni i rifiuti possono causare alla natura».
Ma lo stupore è stato comunque notevole, insieme alla voglia di fare qualcosa. Instancabili, i bambini hanno scovato una quantità davvero elevata di immondizia di ogni tipo, spesso tirandola fuori a forza dal terreno con le mani (naturalmente munite di guanti). Hanno poi infilato tutto nei
sacchi e portati in basso, nel punto indicato per il ritiro. È stata usata anche una
carriola, e i ragazzi hanno fatto a gara per “guidarla”. La fatica non era importante, anche perché c’era sempre qualcuno vicino pronto a dare una mano. L’impegno, la motivazione, la collaborazione tra loro per dare il proprio contributo è stata quasi commovente.
«Dopo questa esperienza ci sentiamo davvero degli eroi. Ci siamo impegnati per la natura, abbiamo fatto una cosa importante conoscendo nuovi amici. Era impossibile tirare fuori da soli così tanta roba, ci siamo riusciti perché eravamo in gruppo. Vogliamo continuare a essere degli eroi, non inquinando mai».
I ragazzi con i rifiuti raccolti © Cai
L’arrampicata al Corno del Nibbio
Questa prima giornata ha riservato spazio anche all’emozione e a un tocco di adrenalina, con l
’arrampicata su una parete del
Corno del Nibbio, posta a una ventina di minuti di cammino dal rifugio. Tra qualche timore e tanto spirito di avventura, tutti hanno provato, riuscendo a raggiungere i biglietti posizionati dai volontari del Family.
Il testo con l’esortazione dei bambini
I piccoli “eroi” brianzoli hanno iniziato la mattinata del secondo giorno
differenziando i rifiuti raccolti il giorno prima, etichettando i sacchi e trasportandoli fino al camion venuto a ritirarli. Inutile descrivere la fierezza, l’orgoglio e lo spirito di squadra con cui hanno portato avanti questo nuovo compito. E sono stati parecchi, del resto, gli escursionisti a notare questo gruppo di bambini con le magliette arancioni impegnati con i sacchi. Non sono mancati applausi e tanti complimenti.
Arriviamo così al momento conclusivo: davanti al Carlo Porta i sette protagonisti hanno letto, davanti ai genitori e agli avventori, un
testo scritto da loro la sera prima, in totale autonomia. Non hanno permesso a nessun adulto di avvicinarsi mentre erano all’opera. Un testo che raccontava le avventure vissute e lanciava a tutti l’invito a
#nonrifiutarti. Ossia a raccogliere i rifiuti trovati durante l’escursione e a riportarli al rifugio.
La lettura del testo scritto dai bambini
#nonrifiutarti
È partita da loro, dunque, la challenge lanciata dal Family Cai Macherio Vedano: al Rifugio Porta è stato infatti apposto un
totem che spiega come gli escursionisti interessati possano chiedere alla rifugista il
kit per raccogliere i rifiuti (sacchetto e guanti). Prima di buttare quanto raccolto nei bidoni della differenziata, i partecipanti devono scattare una foto da postare su
Instagram utilizzando l’hashtag #nonrifiutarti (indicando anche il luogo di raccolta).
La prima a ricevere il testimone e l’invito a non rifiutarsi è stata
Eleonora, compagna di classe di Giorgia, salita al rifugio con i genitori.
Per gli adulti il messaggio è stato subito raccolto da
Patrizio Del Nero, sindaco di
Albaredo per San Marco (SO). Tra gli applausi ha subito ritirato totem e materiali per lanciare la challenge anche nel
Rifugio Alpe Piazza, di cui il Comune è proprietario.
A questo momento finale hanno partecipato i presidenti delle Sezioni Cai di Vedano, Macherio e Villasanta (rispettivamente
Alessandro Busnelli, Massimiliano Merlo e Franca Cambiaghi) e il vicesindaco di Vedano al Lambro
Pietro Rossi. Momento finale che ha visto i ragazzi brianzoli chiedere a tutti di farsi un breve giro, raccogliere almeno un rifiuto e depositarlo dentro ai sacchi tenuti da loro. Nessuno si è rifiutato e i nostri “eroi” protagonisti sono rimasti molto soddisfatti.
Giorgia durane un'intervista per il film © Cai
Il docufilm
Il fine settimana ha avuto un altro motivo per rendere i nostri piccoli eroi motivati, fieri e orgogliosi: la presenza delle telecamere e di un drone. Sono stati infatti con loro per tutto il giorno
Mara Moschini e
Marco Cortesi, che realizzeranno un
docufilm (qui sotto un primo trailer) che racconterà e diffonderà le loro avventure e il loro messaggio di amore e impegno per l’ambiente e per la natura.
Clicca qui per guardare tutte le foto.
Nelle Squame di una Trota from
Green Storytellers on
Vimeo.