La scala di difficoltà è stata redatta dal
gruppo di lavoro Montagnaterapia, con il supporto tecnico della
Commissione Centrale e della Scuola Centrale per l’Escursionismo, e con il patrocinio e la collaborazione di realtà come
la
Fish, Federazione Italiana per il Superamento dell'Handicap, l’
Antoi, l’Associazione Nazionale Tecnici e Ortopedici Italiani, la
Sito, Società Tecnico Scientifica di Terapia Occupazionale, la
Simfer, Società italiana di Medicina Fisica e Riabilitativa, l’
A.I.FI, l’Associazione Italiana di Fisioterapia, la
Fand, Federazione Nazionale delle Associazioni delle persone con Disabilità e la direzione regionale Piemonte dell’
Inail.
Allo stesso tempo
La Struttura Operativa Sentieri e Cartografia del Cai ha fornito il suo parere sulla classificazione proposta ed in modo particolare sulle modalità per l’individuazione dei sentieri idonei, senza dimenticare la sicurezza degli stessi.
È compito del Club alpino italiano rilevare, mappare e classificare i percorsi in base alla difficoltà e alla loro manutenzione, anche nell’ottica della conservazione del grado di accessibilità riscontrato.
Da anni, il Club alpino italiano usa
la frequentazione della montagna come strumento per realizzare
la piena inclusione delle persone con disabilità. Infatti, il Sodalizio ha collaborato a diversi progetti che utilizzano le escursioni di gruppo nelle Terre Alte a scopo riabilitativo - terapeutico ed educativo.