Un sistema di innevamento artificiale da realizzare in località Pian del Poggio, nel comune di Santa Margherita Staffora (PV), ai piedi del Monte Chiappo, che riguarderà una parte della pista. Il costo previsto è di 128mila euro, finanziato per 116mila euro dalla Comunità Montana Oltrepò Pavese. Queste le caratteristiche del progetto, approvato lo scorso dicembre dalla Giunta comunale di Santa Margherita Staffora, che ha “catturato l'attenzione” delle Commissioni tutela ambiente montano lombarda e di area Lpv (Liguria, Piemonte, Valle d'Aosta) del Cai.
A pochi passi dalla cima del Chiappo © Maria Grazia GavazzaIl Monte Chiappo e lo sci
«Il Chiappo è un panettone erboso che raggiunge i 1697 metri di quota, conquistando così il secondo posto per altitudine tra le cime del massiccio dell’Antola», spiega Maria Grazia Gavazza, presidente della Commissione Tam Lpv. «Fa parte dell’Appennino Ligure ed è famoso perché sulla sua dolce sommità convergono i confini di Lombardia, Emilia e Piemonte. Siamo a pochi chilometri dalla Liguria, in vista del mare». Sul versante che declina verso la Lombardia, negli anni ’70 è stata realizzata una pista di discesa, servita da una seggiovia, che copre un dislivello di circa 375 metri. «Naturalmente anche questo impianto ha subito negli anni la decadenza legata ai cambiamenti climatici e al decremento del numero dei praticanti lo sci, ma i gestori hanno cercato di mantenerne la produttività adattando la pista di discesa a pista di downhill per l’estate».
Un progetto fuori tempo e fuori luogo
Il progetto di innevamento artificiale viene definito dalla Gavazza fuori tempo e fuori luogo. «Ormai tutti dovrebbero essere consapevoli delle conseguenze dei cambiamenti climatici, come la diminuzione delle precipitazioni, in particolare quelle nevose, e l’innalzamento delle temperature che, ancor più a queste quote, rende minima la durata dell’innevamento. Molto evidenti sono gli effetti della siccità che anche in questo angolo di Appennino si fanno sentire, tanto che nell’estate 2022 tutte le sorgenti e i fontanili della zona erano drammaticamente asciutti. Inoltre sono da considerare i costi lievitati dei materiali e soprattutto dell’energia. A chi sarebbe utile questa operazione? È possibile che si debbano usare risorse prioritarie per la vita delle comunità per uno sport destinato a pochi e praticabile solo in brevi periodi? Siamo sicuri che per sfruttare più a lungo la neve, che a questa modesta altitudine dopo pochi giorni di sole sparisce, non saranno aggiunti prodotti chimici che rimarranno sul suolo?». Altro aspetto da non sottovalutare è il fatto che
«a tutt’oggi non è stato reso noto quanti siano i generatori di neve necessari al progetto, quale acqua dovrà essere usata e se e dove verrà costruito un bacino di accumulo».
Rifugio all'arrivo della seggiovia di Pian del PoggioLe proposte del Cai
La ricetta della Gavazza è quella che il Cai propone ormai da parecchi anni. «Sarebbe meglio spendere soldi pubblici per favorire alternative più rispettose dell’ambiente ed adatte alle oggettivamente mutate condizioni climatiche, in modo da sviluppare un’economia che permetta un futuro possibile alle comunità che qui vivono. Queste opzioni ci sono e sono possibili, ma certamente è necessario un cambio di paradigma, una visione più lungimirante nell’affrontare le situazioni. Il Monte Chiappo si trova sulla via del Sale che da Varzi, e prima ancora da Pavia, arriva al Mar Ligure. È un cammino abbastanza conosciuto e frequentato che potrebbe essere fruito anche in inverno, ma vi è la difficoltà di trovare strutture ricettive adeguate e non esistono centri informativi che illustrino le peculiarità di questo itinerario storicamente percorso da mercanti, pellegrini, partigiani attraverso luoghi leggendari e suggestivi. Un’illustre escursionista che transitò in questi luoghi nel 1905 fu il sedicenne Albert Einstein che da Pavia, dove all’epoca viveva, andò a trovare uno zio a Nervi. Già su questa vicenda si potrebbero costruire occasioni di attrazione. L’aspetto ambientale è fondamentale. Il Chiappo fa parte della “ZPS IT1180025 Dorsale Monte Ebro e Monte Chiappo” della Regione Piemonte per la sua importanza come luogo di nidificazione e alimentazione per una ricca avifauna legata agli ambienti forestali e d’alta quota appenninici, nonché quale area di sosta e transito per le specie migratrici. Azioni di sensibilizzazione in tal senso e l’organizzazione di corrette attività di birdwatching o di osservazione della grande varietà di orchidee selvatiche presenti potrebbe richiamare un alto numero di appassionati da tutta Europa. La grande tradizione musicale che accomuna il territorio delle Quattro Province, nota agli estimatori di musica popolare in Italia ed all’estero, potrebbe essere un ulteriore fattore di interesse da sviluppare con l’organizzazione di incontri musicali e/o festival».
Sulla cima del ChiappoLa manifestazione del 26 marzo
Di tutti questi temi si parlerà domenica 26 marzo proprio sul Monte Chiappo, in occasione della manifestazione organizzata dalle associazioni contrarie al progetto, le quali saliranno dai diversi versanti per incontrarsi sulla cima. Oltre alle due Commissioni Tam citate in apertura, ci saranno alcune Sezioni del territorio delle “Quattro Province”, in accordo con il Forum Sentieri Vivi 4P.
«L’impegno delle Commissioni, delle Sezioni e dei soci che aderiscono alla manifestazione è quello di sensibilizzare amministrazioni e cittadini sul valore di un territorio che offre moltissimo dal punto di vista ambientale, socio-culturale ed enogastronomico», conclude la Gavazza. «Un territorio che non ha bisogno di ulteriori infrastrutture impattanti, ma di una pianificazione condivisa per migliorare l’accoglienza e proporre occasioni di richiamo per un turismo di qualità, attento alla sostenibilità ambientale».