A causa della siccità, circa il
30% dei rifugi lombardi ha iniziato a chiedere interventi sul problema dell'
approvvigionamento idrico da alcuni anni. Nel 2022, anno più caldo e siccitoso in Italia dall’inizio dell’Ottocento,
oltre il 60% dei rifugi ha registrato una diminuzione almeno del
30-40% dell'acqua disponibile. Come conseguenza, il
10% delle strutture ha dovuto interrompere in anticipo la stagione estiva e tutte hanno avuto una riduzione di presenze nella stagione primaverile per scarso innevamento e carenza di acqua. Nel complesso, quindi, lo scorso anno la siccità ha avuto conseguenze negative per circa la
metà dei rifugi lombardi.
Il sondaggio di Ersaf
I dati, estrapolati da un sondaggio realizzato tra gennaio e marzo 2023 da
Ersaf (Ente Regionale per i Servizi all'Agricoltura e alle Foreste) con il contributo di
Assorifugi Lombardia, sono stati illustrati l'altro giorno da
Luca Grimaldi (Ersaf) in occasione dell’incontro “
Cambiamento climatico e rifugi: un adattamento indispensabile”, organizzato dal
Cai Milano, in collaborazione con l’Università degli Studi di Milano.
A rispondere al sondaggio sono stati
107 rifugi lombardi su un totale di circa 250 (190 sono quelli iscritti all’albo regionale) cui si aggiungono capanne sociali e bivacchi. Strutture che, di solito, sono aperte un mese e mezzo in primavera per la stagione delle ciaspole e dello sci-alpinismo e più o meno tre mesi nella stagione estiva. A rispondere al sondaggio anche i
13 rifugi lombardi (tra Lecco e Sondrio) del Cai Milano (
qui la lista completa).
Bambini al Rifugio Carlo Porta
Siccità e alpeggi
Il problema della siccità, lo scorso anno, ha colpito seriamente anche l’
economia degli alpeggi lombardi. L’attività, in genere, viene avviata intorno a metà giugno e si chiude intorno a metà settembre, quando gli allevatori tornano a valle con il bestiame. Lo scorso anno, però, già a inizio agosto gli allevatori non riuscivano più a nutrire gli animali, perché l’erba era troppo secca, e questo ha provocato una diminuzione della produzione di latte.
L'impegno del Cai Milano
In questo contesto, il
Cai Milano è impegnato, grazie ai cofinanziamenti messi a disposizione da Regione Lombardia e dal Fondo Stabile Pro Rifugi, in un ingente sforzo, sia in termini di
risorse economiche sia in termini di
lavoro dei propri volontari. Nell’ultimo triennio, questo sforzo ha portato a circa
3 milioni di euro di investimenti per il ripristino di strutture danneggiate da valanghe o per il rifacimento degli impianti di chiarificazione delle acque reflue, ma anche per il potenziamento, progettazione e realizzazione di impianti per l’approvvigionamento di energia rinnovabile (solare e idroelettrica), per l’accumulo e stoccaggio di acque piovane a uso idrosanitario, nonché per il trattamento, stoccaggio e trasporto a valle dei rifiuti solidi. E, infine, per l’approvvigionamento delle derrate con mezzi ecologici (teleferica).