Sardegna: magie sul Sentiero Italia con i soci Cai

SARDEGNA
Il recupero del capretto da parte dei soci Cai © Cai Sardegna

Da queste parti di Sardegna sua maestà il Sentiero Italia Cai pretende “sacrifici umani”. Di sudore e fatica infinita. Va di vetta in vetta da Santa Teresa di Gallura e si insedia tra i silenzi dei Supramonti di Barbagia. Nebbia avvolge come una corona le cime di Carabidda e Corrasi. Sotto i villaggi sul Cedrino, Oliena e Orgosolo non si incrociano in una mattinata ancora fredda. 17 Febbraio. Gioca il sole nascente con  i faraglioni bianchi di calcare. Segnaletica Cai Sardegna-Forestas. Nel rispetto della Legge regionale istitutiva della rete Escursionistica di Sardegna. 

E il Sentiero Italia Cai è perfettamente integrato, a suo agio, nelle serpentine e negli aspri tornanti. Slang olianese, caratteristico dei dialetti dell’interno, con la H tra vocali e consonanti. Il colpo di glottide sulle frecce direzionali. Etnia conservativa.. jaha ‘Masiai, Ishala ‘Pradu, S’abba mediha, Ishala ‘Sovana. Vadde ‘lahos. Ma è la pietraia che ti inghiotte. Sfiori le pareti levigate. Tra grottoni e antri come finestre che si spalancano sulla valle a frazionamento geometrico tra vigne e olivi. La scala, a tornanti stretti e  pietraia, è come una parete. Graffia muscoli e cervello. Sospeso tra cielo, ormai terso di un bleu accecante, e terra, bianco Cusidore. Cuiles come custodi di tempo senza tempo. Interishalas , Orgoi. Vilitzi-Vilitzi. 

Persino il recupero del capretto disperso mentre gioca con  mamma capra, ci appare surreale. A Pradu si respira di infinito in quell’ immenso anfiteatro di pietra bianca tra Corrasi, Sos Nidos e la verde piana di Sovana. Il punto con compagni di viaggio, Gianpiero, Antonio, Efisio, Giulio. Torna a correre la vita dopo la dimensione di infinito.

Matteo Marteddu