«Si prevedono circa 200 moto impegnate nelle gare, senza considerare le oltre 15 mila presenze di appassionati e spettatori. L’impatto negativo e pesante su carraie, sentieri e coltivi è inevitabile. A ciò si aggiunge il forte disturbo che verrà arrecato alla fauna al centro della stagione riproduttiva. Ma soprattutto, come in passato, incentiverà l'abuso di tale pratica nei tanti terreni in dissesto idrogeologico purtroppo presenti sul nostro territorio».
Scrivono così
tredici associazioni ambientaliste della provincia di Reggio Emilia (tra cui
Cai Reggio Emilia e
Cai Castelnovo ne' Monti), a seguito dell'ipotesi (ormai quasi certa) dell'organizzazione della terza tappa del
Campionato Mondiale di Enduro GP 2022 nel territorio di Carpineti, dal 24 al 26 giugno di quest’anno.
Un territorio non adatto a manifestazioni motoristiche
A giudizio delle associazioni, infatti, questa area montana ha caratteristiche e fragilità che non si addicono in alcun modo a un evento di questo tipo.
«Da anni si è lavorato per valorizzare la presenza delle millenarie vestigia matildiche, facendo del castello un’attrazione storica e culturale», si legge nella nota congiunta. «Si sono spese energie e ingenti risorse per la manutenzione e la promozione della rete escursionistica regionale, per la valorizzazione dei Cammini e delle Vie Storiche. Sono state estese al territorio carpinetano politiche di promozione turistica e tutela ambientale, sostenute in primo luogo dalla Regione e convintamente assunte dal Comune stesso, tanto da inserire Carpineti, a pieno titolo, all’interno dell’area MAB Unesco. Recentemente si è inteso valorizzare ulteriormente il territorio carpinetano anche attraverso il Paesaggio Protetto della Collina Reggiana, facendo entrare in quel sistema di tutela il monte Fosola».
Le associazioni non sottovalutano, poi, le
fragilità geologiche e morfologiche di un territorio
«delicatissimo, teatro ricorrente di imponenti movimenti franosi, che hanno pregiudicato interi abitati e per la cui salvaguardia sono state impegnati ingenti fondi pubblici».
Anche la cifra stanziata dalla Regione Emilia-Romagna per la manifestazione (
70.000 euro) ha fatto storcere il naso al Cai e alle altre associazioni. Questi fondi, infatti,
«potevano essere utilizzati meglio. Sostenendo, ad esempio, iniziative ambientalmente sostenibili di carattere culturale, sportivo, ricreativo, spalmate su un periodo più ampio. Abbiamo forti dubbi riguardo ai benefici economici di una manifestazione incentrata su tre giornate creando notevoli problemi per la maggioranza della popolazione residente».
Un altro scatto del territorio di Carpineti (RE) © Cai Reggio Emilia
Le domande delle associazioni
Diverse le domande presenti nella nota congiunta, per le quali si vorrebbe una risposta.
Sono stati esclusi i sentieri escursionistici e i percorsi storici? A chi sarà affidato il compito di gestire e controllare un così grande afflusso di pubblico? Sono state richieste, da parte dell’Ente locale, le necessarie fideiussioni atte a garantire il ripristino dei luoghi, dei sentieri, dei danni arrecati ai coltivi? Infine, è stata prevista l’istituzione di una commissione mista, della quale facciano parte anche le associazioni ambientaliste, con il compito di visionare lo stato dei luoghi prima e dopo la gara?
La nota si conclude con la proposta, rivolta agli Enti Parco e alle istituzioni locali, di affrontare con la Regione
«una seria revisione della regolamentazione riguardante l’escursionismo e la sentieristica, che in futuro limiti fortemente la presenza dei mezzi a motore nelle aree di tutela della collina e della montagna».
Il documento è stato firmato, oltre che dalle due Sezioni Cai citate in apertura, da Università Verde Reggio Emilia, Wwf Emilia Centrale, Federnatura Reggio Emilia, Lipu, Salviamo il paesaggio Reggio Emilia, Legambiente Reggio Emilia, Legambiente Appennino Reggiano, Terre di Canossa, Legambiente Val d’Enza, Pro natura Val d’Enza e Ggev Reggio Emilia.