23.09.2022
In cammino nel Parco della Dora
C.A.I. SEZ. UGET TORINO «Una giornata che ha presentato un territorio con una storia millenaria testimoniata da un grande patrimonio di arte e cultura alpina, di bellezze naturali con le montagne e i boschi di fondo valle».
Con queste parole Lodovico Marchisio racconta la tradizionale escursione in Valle di Susa organizzata dal Gruppo escursionismo Tam (Tutela ambiente montano) del Cai Uget Torino, dalla Sottosezione Cai Geb dalla Delegazione Fai della Valle di Susa e da Pro Natura Piemonte domenica scorsa.
La camminata si è snodata nel territorio dei comuni di San Didero, Borgone e Sant’Antonino di Susa.
Il resoconto di Lodovico Marchisio
«L’itinerario è partito dalla stazione di Bruzolo (la partenza e l’arrivo “da treno a treno”, come in passato, evidenziano anche la sensibilità ecologica dell’iniziativa) con il saluto e il compiacimento per la valorizzazione della Valle da parte del Presidente di Pro Natura Piemonte Mario Cavargna. Si è poi proseguiti per la Casaforte di San Didero (tipico esempio di architettura medievale con torrione e struttura merlata , secoli XIV – XV) dove il Sindaco Sergio Lampo, la Capo Delegazione del Fai della Valle di Susa Marilena Gally e il reggente della Geb, nonché Accompagnatore Emerito del Gruppo Tam, il sottoscritto Lodovico Marchisio, che attualmente, pur se afflitto da diverse patologie, ha voluto esser presente nei vari punti di sosta, hanno salutato il gruppo dei partecipanti.
La Pro Loco di San Didero (oltre ad accompagnarci nella visita con la sua Presidente Silvana Gombia) ha organizzato una piacevole sorpresa: un rinfresco con prodotti della tradizione gastronomica locale.
Il cammino è ripreso soffermandoci presso la Cappella adiacente il Municipio e proseguendo per la Chiesa Parrocchiale di San Desiderio (dal piazzale si gode uno splendido panorama in quanto domina il paese dall’alto, risale al XIII-XIV secolo ma ricostruita nel XVIII, presenta una struttura assiale a navata unica, la facciata a capanna, il tetto in lose). Qui ci attendevano Silvio Girard ed Enzo Borroni del Gruppo di pulizia sentieri di Borgone che poi, oltre ad accompagnarci, hanno collaborato in modo encomiabile per la scoperta del territorio e per aiutare alcuni partecipanti in difficoltà su alcuni tratti impervi. Dopo una breve salita è iniziata la discesa nel bosco sino all’edicola del “Maometto”: un bassorilievo scolpito su un masso franato dalla vicina parete montana, con una scritta ormai indecifrabile, si suppone una datazione al II-III secolo d.C., dovrebbe trattarsi di un ex voto a una divinità (studi hanno attribuito al dio Silvano, divinità agreste, altri a Giove Dolicheno).
Di ottimo livello la presentazione di Enrico Cacciatori, rappresentante dell’Acav Associazione culturale archeologica valsusina di Borgone, presente con la presidente Margherita Derobertis e il consigliere Franco Grosso. Si è poi proseguito su una irta mulattiera fra macine e roverelle giungendo in una zona poco distante dalla falesia Cavanat e di qui alla borgata Chiampano passando accanto a un impianto di elicicoltura (allevamento all’aperto di lumache).
Siamo così arrivati per il pranzo al sacco all’oliveto Rossetto. Ottima accoglienza del sig. Giorgio che ci ha poi raccontato come da qualche tempo anche la Valle di Susa ha riscoperto questa coltivazione, ovviamente sul versante soleggiato. L’ulivo infatti è una pianta molto resistente, e alcune “cultivar” si adattano bene anche ai climi freddi. Coltivazioni di un tempo poi abbandonate, sostituite da vigneti (siamo a Vigne Combe, come testimonia il nome). Un nuovo abbandono ha comportato terreni incolti e pieni di rovi che in questi ultimi anni sono stati riportati a nuova vita, inoltre le piantagioni di ulivi si sono estese notevolmente. Qui prima di ripartire c’è stato un piccolo fuori programma: la voce gradevole e squillante di Roberta Maffiodo ci ha allietato con l’aforisma “Chiedimi perché vado in montagna” e con il canto “Montagne addio”.
Si è poi giunti in centro paese, sotto il Castlass, poi davanti a Palazzo Montabone (sede del Municipio) e alla Chiesa Parrocchiale di San Nicola (riedificata verso la fine del XVII secolo, in sostituzione di un edificio più antico, successivamente restaurata e ampliata, a navata unica con cappelle laterali e un’abside semicircolare. Da evidenziare la cantoria lignea con l’organo a canne, le decorazioni sulle volte e la facciata dal profilo a “salienti”).
Qui un cambio di accompagnamento: Carla Guidarini ed Enzo Borroni, ci hanno condotto sino alla frazione di San Valeriano attraverso uno splendido sentiero recentemente ripristinato attraverso boschi di roverelle, muretti a secco, sguardi su un esteso vigneto e attraversamento di una cava (interessante su un masso la firma di uno scalpellino).
Si è così giunti a un’ampia zona prativa dove al centro, isolata, si trova l’antica cappella romanica (XII-XIII secolo), a pianta rettangolare, con un’abside con un affresco nel quale è ben visibile il Cristo Pantocratore benedicente. Qui, oltre al saluto del vice sindaco di Borgone Andrea Rolando e a un improvvisato, ma validissimo, coro che ha intonato l’inno occitano “Se chanta”, dedicato ad Arnaldo Reviglio, come ringraziamento per l’organizzazione e la conduzione della giornata, è seguita la relazione esplicativa, sempre dell’Acav, tenuta in modo assai esaustivo da Samantha Lombardo.
Si è poi proseguiti per Sant’Antonino attraversando la statale 24 e il Ponte Dora, dopo aver costeggiato il fiume e dopo aver percorso un viale si è giunti al rifugio antiaereo nei pressi della stazione ferroviaria. Siamo stati accolti dal vice sindaco Rocco Franco e dai volontari Piero Delvecchio e Fulvio Giaccone che hanno curato in modo encomiabile la spiegazione e la visita alla struttura.
Veramente interessante la relazione sull’area industriale (Magnadyne, Cotonificio Valle Susa, …) già presso i binari della stazione ferroviaria, in attesa del treno per Torino. La visita a Sant’Antonino è stata limitata per questioni del tempo a disposizione, ma nel 2023, si spera, possa essere completata, anche con la scoperta di Vaie e altro ancora.
L’avventura delle varie edizioni delle camminate per il “Parco della Dora” continua, si è molto contenti che per la Bassa Valle sia stata costituita da qualche anno la “Zona naturale di salvaguardia della Dora Riparia”: mettere in rilievo e far conoscere le aree naturalistiche unitamente alle ricchezze storico – artistiche – culturali è senza dubbio una sapiente valorizzazione del territorio. Speriamo possa essere implementata». Tag: piemonte