Rocca San Casciano © Perkele - Wikimedia Commons«Riconosciamo l'importanza di promuovere le energie rinnovabili, come alternativa alle energie fossili e trovare ogni soluzione per mitigare le conseguenze del cambiamento climatico, ma riteniamo che ogni progetto vada attentamente valutato e soppesato, assumendo pertanto un iniziale approccio ed atteggiamento oggettivo, senza suggestioni politiche, con un’analisi critica ed a tutto tondo, senza che gli enti preposti siano influenzati da una normativa che favorisce interventi di questo tipo e da finanziamenti che si stanno prospettando a pioggia».
Inizia così la lettera con la quale il presidente del Cai Emilia-Romagna Massimo Bizzarri ha espresso al ministero dell'Ambiente le osservazioni del Gruppo regionale al progetto di impianto eolico nei comuni di Rocca San Casciano, Modigliana e Tredozio (FC). Un progetto, secondo il Cai regionale, che causerebbe enormi ed irreparabili danni al territorio.
Nel testo Bizzarri sottolinea in primis come il progetto provenga, come già accaduto in altri casi, da società che non hanno nulla a che fare con il territorio, «pertanto il loro unico scopo è il profitto, ossia costruire».
In secundis evidenzia gli effetti a 360° che l'impianto causerebbe, come gli sbancamenti, la distruzione di una foresta, la distruzione di aree per portare gli enormi mezzi meccanici, i materiali e le strutture sul crinale, la devastazione di valli con apertura di nuove ed immense strade che andranno a tagliare irrimediabilmente boschi e pendii, la posa in profondità dei cavi per il trasporto dell’energia prodotta, i manufatti lungo il percorso, l’attraversamento di zone protette, la modifica dei fragili sistemi idrogeologici e, infine, la mancanza di certezze sulle effettive ore di ventilazione ottimale per far funzionare al meglio la produzione.
Il presidente del Cai Emilia-Romagna fa infine notare come il territorio appenninico dove si realizzerebbe l'impianto, già duramente colpito dall'alluvione del 2023, possa sopportare «un ulteriore (e non naturale) assalto così devastante come la realizzazione del progetto in questione, anche in coerenza con le indicazioni della Regione Emilia-Romagna sugli impianti di questo tipo nelle zone collinari. Il ruolo auspicabile degli Appennini nella transizione ecologica non può essere quello di produrre energia a spese dell’aggravamento degli equilibri idrogeologici e ambientali, di una perdita di biodiversità e bellezza, di una ulteriore cementificazione del suolo e di gravi e permanenti danni all’ambiente».
Il Cai Emilia-Romagna, le Sezioni tutte ed in particolar modo le sezioni di Faenza e Forlì, conclude la lettera, esprimono una netta opposizione al progetto, «considerato anche l'intento della Regione di promuovere la sentieristica per rilanciare il territorio appenninico, i cammini religiosi o culturali, impegnando risorse e i volontari del Cai per la manutenzione questa importantissima infrastruttura».
«Nell'eventualità che il progetto continui il suo iter, preannunciamo fin d’ora che continueremo ad opporci nelle forme e nelle sedi opportune con il coinvolgimento degli organi tecnici competenti».