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Sabato 23 settembre, grazie all’idea dell’appuntato Enrico Sannicandro, l’associazione culturale “Il Rosa” e il Museo della Montagna e del Contrabbando di Staffa, insieme all’impegno dei volontari della Pro Loco di Vanzone, hanno organizzato l’edizione zero del pranzo “Sfrusitt e Canaritt”, un momento di ritrovo tra ex spalloni e finanzieri in pensione per ricordare “gli anni della bricolla” in Valle Anzasca.
Dopo il brindisi di benvenuto, Nicola Buffoni e Alessio Cusano autori del documentario attualmente in lavorazione «Il contrabbando non è peccato", hanno proiettato un breve video incentrato sul rapporto tra spalloni e fiamme Gialle, che ha riscontrato grande interesse nei partecipanti.
«Una giornata dove il passato è tornato ad essere presente, perché sì, la memoria si costruisce insieme. Vedere allo stesso tavolo uomini e donne di diverse valli ossolane, spalloni e finanzieri, è stata una grande emozione», commenta Nicola, «uomini e donne che hanno considerato il rincorrersi sulle montagne un compito spesso carico di dignità e rispetto ed è per questo che ribadisco che il contrabbando non è stato peccato», dello stesso parere anche Alessio: «oggi è stata l’occasione per osservare la semplicità, ormai perduta, di puri uomini. Finanzieri e contrabbandieri, che sorridenti hanno raccontato insieme un pezzo di storia del territorio con semplicità, onore e cuore. Nonostante tutte le avversità della vita».
Presenti durante la giornata, i sindaci di Vanzone con San Carlo e Ceppo Morelli, i rappresentanti del Museo della Montagna e del Contrabbando di Staffa, il Presidente del Cai Macugnaga, alcuni membri della redazione de “Il Rosa”, Nori Botta (Presidente associazione Sentieri degli Spalloni), Patrizia Testori (Presidente Museo dello Spallone di Masera), alcuni ex spalloni ossolani e diversi finanzieri (alcuni dei quali hanno prestato servizio nel SAGF di Macugnaga e Domodossola).
«Essere qui 50 anni dopo insieme ai finanzieri è segno di rispetto e un modo per ricordare quegli anni. È sempre stata gente sensibile, che capiva le difficoltà e la fatica di coloro che abitavano in Valle», afferma Marino Bionda (ex spallone di Bannio Anzino). «Credo che ricordare gli aneddoti del passato, gli amici, le grandi fatiche sotto il peso delle bricolle che abbiamo portato e il lavoro che abbiamo fatto, sia sempre una soddisfazione», commenta Giancarlo Tabachi (ex spallone di Ceppo Morelli) .
«Una bella sensazione, dei bei ricordi che riaffiorano a distanza di anni e profondo rispetto delle due parti. È stato bello. Mi sono commosso a vedere il filmato e a vedere persone con cui ho condiviso momenti vittoriosi o meno. Ciò che ha vinto oggi è il grande rispetto tra le persone, perché entrambe facevano il loro lavoro», conclude Riccardo Saraconi (ex comandante della Brigata di Macugnaga).
Durante la giornata sono emersi anche degli aneddoti interessanti, ad esempio quelli legati agli ultimi sequestri di bricolle avvenuti in Val d’Ossola nel 1973. L’appuntato Enrico Sannicandro, impegnato nel Nucleo Mobile ha vissuto gli anni finali del “contrabbando di montagna” e ricorda che le ultime bricolle le ha raccolte in Valle Vigezzo nel comune di Toceno grazie a una soffiata e che appartenevano a gente di Masera. In quell’occasione insieme a lui era presente anche il finanziere Santi. Il Nucleo Mobile, il quale operava su strada, era l’anticontrabbando per eccellenza ed interveniva quando le macchine venivano riempite di sigarette e si dirigevano verso le grandi città.
Anche i finanzieri Luigi Carletto e Adriano Frisinghelli hanno raccontato la loro storia: «era il 1973 ed eravamo appostati lungo un avvallamento del sentiero vicino a Ponte Ribellasca, dove sapevamo sarebbero passati. In quell’occasione avevamo messo un ramo secco e sottile di traverso sulla strada e al loro passaggio si è spezzato. Siamo saltati fuori urlando molla e immediatamente hanno lasciato il carico con tutto ciò che avevano, perfino un termos. Adriano mi urlò di corrergli dietro e di recuperare la pila, non so cosa avesse capito nella confusione, perché ce l’avevo ancora io. Successivamente abbiamo recuperato le bricolle e riportate alla macchina. Un totale di 25 kg ciascuna. A noi non interessava prendere le persone, ma recuperare il carico».