Una giornata magica nella Val Fondillo, tra fate, stregoni, elfi e fol ...

C.A.I. SEZ. CASSINO
«La Val Fondillo è un luogo favoloso, nel vero senso della parola: un posto dove regna la magia del bosco. È facile rimanere incantati percorrendo il sentiero che conduce alla grotta delle fate. È sufficiente seguire il corso del fiume con lo spirito fanciullesco che è in ognuno di noi ed andare alla ricerca delle sorgenti e delle cascate». Mariagrazia Pellecchia inizia così il suo racconto della giornata di domenica 2 maggio scorso. Un giorno speciale, che ha visto il ritorno sui sentieri dei bambini del Family Cai Cassino con i loro genitori. Bambini che hanno portato i loro scarponcini a calpestare i sentieri abruzzesi.
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Adulti e bambini in marcia © Cai Cassino

Una giornata a tema ludico e fiabesco

«Questa volta, però, non ci sono le famiglie con i loro bambini nelle solite vesti, ma elfi e folletti, fate e stregoni. Tutti coinvolti in un gioco di ricerca di nomi di animali, erbe e piante. In più, è presente il più piccolo degli elfi, di pochissimi mesi, teneramente avvolto in fascia (Camilla neo baby cai di due mesi), cullato dai passi della sua mamma». Il percorso si snodava «tra rivoli di acqua che tagliano il sentiero. Il tutto nel  contesto dei monti che si immaginano popolati di predatori, come lupi e orsi, e prede, tra cui anche cervi. Lo sguardo dei bambini, però, si posava subito sui semplici fiori, tra cui spicca il colore giallo delle primule sul manto verde acceso dei prati che costeggiano il sentiero».
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Un altro momento di una giornata ludica ed educativa © Cai Cassino

Fate e stregoni insegnano la lealtà, il rispetto delle regole e della natura

Mentre questi speciali elfi e folletti con gli scarponcini ai piedi (i bambini) si mischiavano ai fiori, le fate e gli stregoni (i genitori) andavano avanti spediti. Tra loro la fata dell'acqua, lo stregone del buon comportamento e la fata della lealtà, impegnati a trasmettere il rispetto della natura e delle regole del gioco. La penalità alta: chi sgarra verrebbe trasformato in un rospo, come quelli di cui si sente il gracidio.
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Giochi all'esterno del rifugio © Cai Cassino

Gli elfi e i folletti con gli scarponcini ai piedi arrivano nella grotta

Ma nessuno degli elfi e dei folletti con gli scarponcini ai piedi viene trasformato.
«Tutti procedono spediti verso l'ultimo tratto, in salita, del sentiero. Ecco un cartello che indica la grotta, ma è giù, vicino una cascata di acqua potente. Le uniche scale sono quelle delle radici degli alberi. Il terreno è ancora bagnato dalla pioggia passata ed elfi e folletti sono ormai stanchi. Qui serve una vera magia: lo stregone del bosco e il grande elfo si uniscono nelle forze e portano giù i piccoli elfi e folletti. Una mano tesa, un sasso sotto un piedi e un salto dall'altra parte verso la meta ambita: la grotta».
Finalmente, la fata dell'acqua può raccontare la  sua storia:
«quella di un essere fatato per lungo tempo nascosto nella pietra per paura della sua diversità. Capelli blu e poteri magici a volte possono spaventare, ma per fortuna un folletto è riuscito in un'impresa ancora più magica: far capire che la diversità è la vera fonte di ricchezza. Che felicità!».
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Il gruppo dei protagonisti al rifugio © Cai Cassino

Amore per la natura e ogni sua diversità

Sulla via del ritorno, breve sosta in un rifugio con prato attrezzato per il riposo e ideale per il gioco. Infine la discesa a valle. La gara tra elfi e folletti è vinta ex aequo e il premio per loro è simbolico, ma molto significativo:
«un barattolo di polvere magica», conclude Maria grazia Pellecchia, che ha impersonato la fata della lealtà durante la giornata. «Servirà ogni volta che incontreranno un ranocchio e ne potranno cambiare le sorti, indicandogli le regole per il rispetto dell'altro e della natura. È questa la potente magia invisibile delle fate e degli stregoni della Val Fondillo: l'amore per la natura e ogni sua diversità».