L'estate dell'Alpinismo giovanile del Cai Acireale

C.A.I. SEZ. ACIREALE
Un concorso fotografico sul cammino di San Giuseppe in occasione dell’anno santo, un trekking (a piedi e in Mtb) sul Monte Ilice (Etna est), con la visita alla grotta di Cicirello, un'uscita in Mtb sulla riviera dei limoni di Acireale e una gita in barca al largo della costa acese per ammirare la Riserva naturale La Timpa. Questo quanto fatto dai ragazzi e dagli Accompagnatori dell'Alpinismo giovanile del Cai Acireale che, dopo oltre un anno di stop, a giugno e a luglio hanno ripreso le attività.

A piedi lungo l'Alcantara, tra scoperta e avventura

Prima della pausa di Ferragosto, inoltre, è stata organizzata un'escursione fluviale alla Grotta dei Cento Cavalli e dell’Eremita, nella medio-bassa valle dell’Alcantara (Sicilia nord orientale). «I giovani, guidati dagli accompagnatori Antonino Cucuccio, Salvo Spina, Rosario Arcidiacono e Nello Russo, hanno risalito, camminando in costume da bagno e scarpette, un tratto del fiume Alcantara fra cascatelle, forre, gorghi e gole», si legge in una nota della Sezione. «Sono passati sotto il ponte saraceno di Mitogio, immersi in un paesaggio selvaggio di incomparabile bellezza, con una tipica vegetazione mediterranea e canyon di rocce basaltiche modellate dalle acque e dal vento». Il bilancio di quest'ultima escursione è dunque più che positivo per gli Accompagnatori. «È stato tutto un gioco d’acqua, scoperta e d’avventura, secondo il progetto educativo del Cai. Un immergersi in una passeggiata acquatica in uno scrigno di natura, storia, leggenda e cultura, in un luogo di proprietà privata accessibile solo con autorizzazione». L’accoglienza nel sito è stato data dai proprietari, Francesco Falcone e Maria Gaetana Falcone, che hanno portato la propria testimonianza su «questo luogo dell’infinito dove hanno messo il loro cuore e profuso tante energie per realizzare, si spera in un futuro prossimo,una magnifica tappa per amanti della natura e delle cose belle».
Ag Acireale Grotta Cento Cavalli
Il gruppo all'ingresso della Grotta dei Cento Cavalli © Cai Acireale

Un geosito da preservare e valorizzare

Le grotte di scorrimento lavico rappresentano infatti un geosito da preservare e valorizzare «sia per la bellezza che le contraddistinguono, sia per l’importanza che assumono in relazione al contesto geologico locale. Tuttavia un tempo erano molto più estese e successivamente più cavità sarebbero state interrate artificialmente dai contadini. Altre invece sarebbero state fatte esplodere con la dinamite per allontanare i banditi che vi si nascondevano. Le grotte sono importanti dal punto di vista storico in quanto furono rifugio di famosi briganti nel XV e XVI secolo, come il bandito Gian Giorgio Lanza (o Lancia). Si trovavano in un punto strategico di collegamento fra la fascia costiera del taorminese e le aree interne della valle dell’Alcantara. Recenti studi geo vulcanologici hanno identificato un centro eruttivo a qualche decina di metri a nord est delle grotte a cui si annovera l’altro, a due chilometri a monte,lungo la valle dell’Alcantara in contrada Larderia (meglio nota come “gole dell’Alcantara”). La leggenda che ci riporta al famoso “ castagno dei cento cavalli” di S. Alfio (CT),narra che la Regina Giovanna d’Aragona insieme ai suoi cento cavalieri e cento cavalli, nel visitare le sue terre s’imbatté in un temporale e trovarono rifugio in una grotta prospiciente il fiume Alcantara».

La storia di Michelone

Il resoconto degli Accompagnatori si conclude con la storia di Michelone, «un uomo generoso di grande statura che aveva un fondaco con un piccolo podere vicino la grotta. Questi soccorse il marchese di Schisò caduto da cavallo durante una battuta di caccia lungo il fiume e fu ricompensato da quest’ultimo con dei doni. Nel frattempo il suo lavoro andava bene così si fece aiutare da due persone nella gestione della terra e del fondaco e conobbe anche una donna chiamata Provvidenza che diventerà la sua compagna. Michelone si imbatté anche con i briganti che si rifugiavano nella grotta, riuscendo ad allontanarli con l’aiuto della dinamite».