Dialogo sulla Montagna nell’era dei cambiamenti climatici

Commissione centrale tutela ambiente montano
La locandina dell'evento

La Commissione interregionale Tam di Liguria, Piemonte e Valle d’Aosta organizza per sabato 9 marzo a Torino, nella storica Sala degli Stemmi al Monte dei Cappuccini, un incontro per diffondere sul territorio le tesi conclusive del 101° Congresso Nazionale Cai dello scorso novembre a Roma. Il titolo dell’evento è “Dialogo sulla Montagna nell’era del cambiamento climatico” e vede la partecipazione di Raffaele Marini, presidente Cctam, Guido Nigrelli (Ricercatore Cnr – Irpi) e Alessandra Pollo (dottoranda del Dipartimento Scienza della Vita e Biologia dei sistemi dell’Università di Torino).

I tre relatori esprimeranno la propria visione sulle tematiche trattate nel corso del Congresso, considerate da prospettive diverse, ma con il comune intento di aumentare la consapevolezza delle problematiche innescate dai cambiamenti climatici e della necessità di adottare comportamenti idonei a mitigarne gli effetti e permettere un futuro possibile alla comunità umana. 
Raffaele Marini, coordinatore del Congresso stesso, offrirà una visione complessiva delle tesi emerse nel dibattito nel corso del quale, partendo dal contesto attuale, si sono considerati aspetti ambientali, sociali ed economici legati alla Montagna con l’obiettivo di individuare linee guida che guardino al futuro e sottolineino l’importanza di promuovere un approccio sostenibile all’ambiente montano.

Guido Nigrelli, che gestisce al Rifugio Gastaldi, nel bacino della Bessanese, l’osservatorio sugli effetti dei cambiamenti climatici in montagna per il Cnr-Irpi, porterà l’esperienza maturata in anni di attività di ricerca, formazione e di divulgazione scientifica.
Alessandra Pollo, che ha partecipato attivamente al primo tavolo di lavoro del Congresso, rappresenta i Giovani del Cai e proporrà un coinvolgimento attivo degli aderenti al sodalizio nella “Scienza Partecipata” (Citizen Science) per contribuire alla ricerca scientifica, incrementare le proprie competenze e contribuire alla tutela della biodiversità.

Quale può essere l’impegno del Cai nei confronti della Montagna ora che i cambiamenti climatici e le loro conseguenze sono evidenti? Sicuramente quello di un “mediatore culturale” che aumenti la consapevolezza ed un approccio corretto, sicuro e cosciente ad un ambiente che sempre più frequentemente presenta situazioni di precario equilibrio degli ecosistemi. 
Il Cai ha sempre avuto un ruolo formativo nei confronti di chi lo frequenta. Nel suo ambito generazioni di alpinisti, speleologi, escursionisti hanno appreso le tecniche corrette per svolgere la propria attività in sicurezza, ma hanno anche assimilato un’etica di comportamento e la capacità di condividere e trasmettere le proprie esperienze. Frequentando le attività sociali è stato possibile conoscere il territorio montano e le sue caratteristiche, sia i punti di forza che le fragilità e di conseguenza si è imparato ad amarlo, a sentirsi parte di esso. Ora è tempo di tutelare maggiormente il nostro ambiente e di assumere comportamenti responsabili.

Non dovrebbero mancare nelle sezioni, ma anche nelle attività di educazione ambientale presso le scuole o aperte al pubblico, occasioni di informazione e formazione sulle problematiche legate all’evoluzione del clima e la necessità di essere preparati ad adottare le opportune strategie di adattamento. 
L’aumento della temperatura ha portato ad un incremento della frequentazione delle terre alte anche da parte di persone in cerca di frescura, impreparate ad affrontare questo ambiente, generando problemi di impatto legato all’affollamento di alcune località e all’aumento degli infortuni per l’inesperienza e l’inadeguatezza dell’attrezzatura. Il Cai svolge un ruolo educativo con i corsi di escursionismo, ma può anche essere consulente dei comuni, con cui ha convenzioni per la segnaletica della rete escursionistica, per elaborare una adeguata regolamentazione per la frequentazione dei sentieri stessi. Il ruolo di consulenza sarebbe auspicabile anche a livello della Sede Centrale nei confronti dei decisori politici quando si tratta di legiferare su temi inerenti alla Montagna, dove il CAI sicuramente può contare su visioni complessive ed esperienze riconosciute.

Importante è, nei confronti dei soci e di chi affronta ascensioni ed escursioni, divulgare il fatto che il clima ha modificato il territorio in alta quota in modo più palese che nelle zone con poca altitudine, trasformando gli itinerari di salita, i gradi di difficoltà e i periodi di frequentazione ottimali per certe salite. 
Anche con gestori e frequentatori di rifugio è necessario affrontare percorsi formativi che portino ad una fruizione realmente sostenibile, che tenga conto sia degli impatti ambientali collegati all’ approvvigionamento e allo smaltimento dei rifiuti che della recente scarsità idrica che purtroppo si è verificata anche in zone tradizionalmente ricche d’acqua
Il Cai, nell’era dei cambiamenti climatici, deve essere testimone del fatto che ancora più che in passato la Montagna va affrontata con rispetto e consapevolezza.