«Il Cai Novara è una delle Sezioni impegnate da tempo a collaborare con i servizi territoriali in progetti qualificanti mettendo al servizio del territorio le proprie competenze in tema di accompagnamento in montagna».
Scrive così
Ornella Giordana, coordinatrice gruppo di lavoro Montagnaterapia della Commissione centrale escursionismo del Cai sul numero di aprile del mensile
Novara è, interamente dedicato alla storia e alle attività della Sezione, che quest'anno compie 100 anni.
Sono dieci le pagine della rivista che parlano di
Montagnaterapia, definita, usando le parole di Ornella Giordana,
«un approccio metodologico a carattere terapeutico-riabilitativo e/o socio-educativo finalizzato alla prevenzione secondaria, alla cura e alla riabilitazione degli individui portatori di differenti problematiche, patologie o disabilità. Viene svolto attraverso il lavoro sulle dinamiche di gruppo, nell’ambiente culturale, naturale e artificiale della montagna».
L'esperienza novarese
Una lunga intervista è stata rilasciata da
Franco Mittino, Medico psichiatra del Dipartimento Interaziendale Salute Mentale Asl di Novara e Socio della Sezione Cai di Novara, che ha raccontato l'
esperienza novarese.
«Il gruppo curante si è costituito originariamente per il convergere di un aspetto comune a tutti gli operatori: la “passione” per la montagna. Tutti gli operatori impegnati in questa attività terapeutica (infermieri, educatori, medici, volontari) sono persone che hanno sempre provato un entusiasmo autentico nell’“andare in montagna”. Su questa premessa esistenziale, ogni operatore ha costruito percorsi di formazione partecipando ad esperienze congressuali e sperimentando poi sul campo le tecniche e le possibilità terapeutiche offerte dalla montagna come contenitore di vissuti. In genere c’è un rapporto costante tra numero di operatori e numero di utente, circa 1 a 3 o 1 a 4 in relazione alle diverse esperienze organizzate. Estremamente preziosa si è rivelata, negli anni, soprattutto per competenze tecniche e capacità di interazione spontanee a con gli utenti psichiatrici, la presenza nell’équipe degli operatori dei volontari del Cai di Novara, che hanno trasferito nel gruppo di Montagnaterapia il loro autentico entusiasmo, le loro capacità di narrazione nel raccontare a tutti i membri del gruppo l’ambiente alpino nelle sue diverse manifestazioni. A livello logistico, proprio per caratterizzare ancora più specificamente la scelta di una prospettiva terapeutica di inclusione, ci siamo sempre appoggiati, soprattutto nelle esperienze della durata di diverse giornate, ai rifugi alpini (piuttosto che ad alberghi o case-vacanze), gestiti in genere da persone e responsabili che ci hanno sempre appoggiato con la loro azione di collaborazione e facilitazione, accogliendo ed accudendo sia noi operatori che gli utenti ed aiutandoci a risolvere ogni problema logistico legato al trasferimento di un gruppo di Montagnaterapia, che conserva indubbiamente caratteristiche peculiari».
Escursione del progetto "Diab3king" sulle Alpi Marittime, verso il Rifugio Valasco © Ornella Giordana
La testimonianza di Giulia Molteni
Novara è riporta poi la testimonianza di
Giulia Molteni, Educatore Professionale Dipartimento Interaziendale Salute Mentale ASL Novara e referente per le attività di Montagnaterapia della Sezione Cai Novara.
«Il camminare in un ambiente naturale, la percezione del proprio corpo, la fatica, l’impegno necessario per raggiungere un obiettivo, lo stare in gruppo e sperimentare la solidarietà sono, per persone che affrontano diverse problematiche, tutte attività che vengono riassunte nell’esercizio della Montagnaterapia. Vi è poi un’altra area di grande attenzione da parte del Cai, quella dell’escursionismo adattato che, grazie all’utilizzo di ausili fuoristrada, chiamati joelette, consente l’accesso a percorsi montani a persone con disabilità motoria o ridotta mobilità. Le sezioni Cai del raggruppamento “EST Monterosa”, tra cui quella di Novara, di certo molto attive e “pioniere”, hanno organizzato corsi per accompagnatori, come quello a cui ho preso parte. Le attività di escursionismo adattato nel nostro territorio hanno ricevuto nuove energie grazie alla donazione da parte di Fondazione Comunità Novarese (tramite il fondo “Ricordando Fabio Carnemolla”) nell’agosto 2021 di tre joelette (per le sezioni di Novara, Borgomanero e Gozzano); e al progetto “Novarese diversamente escursionabile”, promosso da Cai Est Monterosa e ancora sostenuto da Fondo Comunità del Novarese. Il progetto propone l’individuazione e la mappatura di percorsi accessibili con ausili fuoristrada nella provincia novarese».
Un box è infine dedicato al “Diab3king”, terapia per giovani diabetici promossa dalla Commissione di Alpinismo giovanile Lpv (Liguria, Piemonte, Valle d’Aosta).
Clicca qui per scaricare il pdf con le dieci pagine della rivista dedicate alla
Montagnaterapia.