Oltre 90 cartelli e
più di 20 nuovi pali installati in tutto il territorio del
Parco Regionale della Vena del Gesso Romagnola negli ultimi due mesi, che rendono i percorsi escursionistici ancora più facilmente
percorribili e fruibili da tutte le persone che cercano un turismo “lento”, dall’elevatissimo valore ambientale, paesaggistico e culturale.
Questo quanto fatto dai volontari del
Cai Imola, che hanno rinnovato la
segnaletica verticale dei sentieri dell'Area protetta in collaborazione con l’
Ente Parco e con il
Comune di Borgo Tossignano.
La nuova segnaletica appena installata © Cai Imola
Oltre 80 km di sentieri manutenuti da 12 anni
Una manutenzione che la Sezione assicura
da più di 12 anni su
oltre 80 km di rete escursionistica all'interno dell'Area protetta e sull’Alta via de Parchi. Ogni anno i volontari ripuliscono i percorsi, sfalciano la vegetazione, ripassano i segnavia, liberano da tronchi caduti, consolidano fondi sconnessi e riparano o sostituiscono i cartelli indicatori lungo i tracciati.
L'evento del 16 aprile a Tossignano
L’opera di posa della nuova segnaletica avrà il suo epilogo d
omenica 16 aprile a Tossignano, con l’inaugurazione ufficiale della rinnovata tabellazione alla presenza delle Autorità e con una camminata aperta a tutti, patrocinata dal Parco Regionale della Vena del Gesso Romagnola, proprio sui sentieri protagonisti della risistemazione.
«Sono orgoglioso di quanto realizzato dai nostri soci – ha dichiarato Paolo Mainetti, Presidente del Cai Imola, “motore” del progetto di rinnovo della segnaletica – che hanno risposto con il solito grande entusiasmo, permettendo di completare in poche settimane un lavoro oggettivamente molto gravoso: portare così tanti pali e tabelle su sentieri raggiungibili spesso solo a piedi non è una attività facile. Ma soprattutto vado fiero del senso civico mostrato: migliorare la segnaletica dei sentieri e mantenerli percorribili significa operare non tanto per il nostro interesse di singola associazione, ma bensì mettersi a disposizione della collettività perché tutti fruiscano di questo patrimonio pubblico, spesso sottostimato quando non addirittura danneggiato».