Cai Alpignano e Au.di.do. insieme per la Montagnaterapia

C.A.I. SEZ. ALPIGNANO
«Far sì che tutti possano beneficiare della frequentazione dell'ambiente montano e goderne in modo sicuro e consapevole. Dunque aiutare chi all’apparenza è meno fortunato, più fragile o vive un disagio psico-sociale, a trarre giovamento dalle attività escursionistiche». Sono questi gli obiettivi del progetto di Montagnaterapia “La montagna fa star bene”, che vede uniti l’associazione Au.di.do. (Autogestione diversamente dotati) e la Sezione Cai di Alpignano.

La montagna contribuisce al benessere

La premessa, come spiega Doretta Cattaneo del Cai Alpignano, è che la montagna
«aiuta e contribuisce al benessere psico-fisico, specialmente se vissuto in compagnia. Le Terre alte sono però anche un ambiente difficile, talvolta pericoloso, da affrontare con le dovute cautele e con consapevolezza. Non tutti gli utenti hanno la possibilità di camminare autonomamente e spesso vanno supportati ed incoraggiati».
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Momenti di socializzazione suk Sentiero dei gufi © Cai Alpignano

Le iniziative organizzate

La collaborazione è iniziata nel 2020, seppur pesantemente condizionata dalla pandemia. «Abbiamo programmato semplici escursioni che consentissero un adeguato distanziamento: un'attività sensoriale a piedi nudi nel Parco “La Mandria” di Venaria Reale, un'escursione al Lago di Pontechianale e un'altra al Colle della Portia. Per finire con una camminata nel Parco “La Mandria” per ascoltare il bramito dei cervi», racconta la Cattaneo. Quest'anno sono state già organizzate quattro uscite: «una visita culturale alla scoperta del lupo al Parco “Uomini e Lupi” di Entracque, una cena al sacco nel Parco “La Mandria” incentrata sugli alberi secolari, un'escursione sul Sentiero dei gufi di Venaus e un'altra cena al sacco alla Seja, per vedere le stelle cadenti».

Relazioni sugli itinerari adatti a tutti

Da questo progetto Cai Alpignano e Au.di.do. si aspettano miglioramenti nell'autonomia, nel controllo delle emozioni, nella socializzazione e nell'autostima dei partecipanti.
«Stiamo provando a scrivere delle relazioni di itinerari, adatti a persone con disabilità, da condividere con altre Sezioni che si occupano di Montagnaterapia», conclude la Cattaneo. «Sarebbe interessante raccogliere più esperienze positive per dare un valore aggiunto all’ impegno che tutti noi offriamo».