Percorsi didattici disciplinari e interdisciplinari ideati dai docenti interni e realizzati attraverso la d
idattica attiva e i laboratori, svolti anche con il supporto di esperti/professionisti. Il tutto per la prevenzione dell'insuccesso scolastico e la promozione del valore formativo della scuola attraverso la sperimentazione di una pluralità di linguaggi.
Questo quanto prevede il progetto di innovazione didattica
“Scuola Attiva”, che ha coinvolto gli alunni della
Scuola primaria di Quartier Cadore (BL). Un'iniziativa a cui ha collaborato anche quest'anno il
Cai Belluno, con la partecipazione dell'Operatrice naturalistico-culturale
Daniela Mangiola in qualità di “atelierista” (esperto).
In classe
Il fulcro delle lezioni e delle uscite in ambiente rivolte ai bambini di terza è stato il
Col del Buson. L'archeologo
Carlo Mondini ha raccontato la storia della plurimillenaria frequentazione del sito e ha mostrato come si costruisce una freccia, ricavando la punta dalla selce.
La Mangiola ha fatto riflettere i bambini sulla possibilità di esplorare il mondo che ci circonda
utilizzando tutti i sensi a disposizione, e ha richiamato l’attenzione sulla necessità di costruire una mappa mentale dei percorsi esplorati. Non è mancato prima dell’uscita un confronto per renderli consapevoli di
come attrezzarsi per andare a visitare il sito in sicurezza.
I pannelli descrittivi delle vicende preistoriche del Col del Buson
Sul Col del Buson con gli scarponcini ai piedi
I giovanissimi alunni hanno dunque potuto vedere dal vero il luogo descritto in aula. Con gli scarponcini ai piedi hanno effettuato un'escursione, durante la quale sono stati impegnati nel risolvere i quesiti proposti che li hanno fatti “vivere” all’
Età del Rame.
«Hanno individuato i punti cardinali per orientarsi nella valle che hanno osservato come il torrente le abbia dato l’immancabile forma a V. Un albero di tasso ha permesso loro di scoprire la flessibilità degli archi primitivi. Come del resto una casa incontrata, costruita con sassi variopinti, ha fatto loro comprendere la fatica richiesta per costruirla e le strategie adottate dall’uomo primitivo», racconta la Mangiola.
Durante la giornata è stato stimolato anche il gusto, con l’assaggio della marmellata che Daniela ha realizzato con la bacca di corniolo.
«La visita è stata ulteriormente resa coinvolgente dall’installazione didattica costruita all’ingresso del Col del Buson, che riproduce in scala reale una capanna dell’Età del Rame. Questa installazione offre molti stimoli per esplorare la tecnologia primitiva e gli accorgimenti per rendere duraturi i materiali», continua la Mangiola nel racconto. «Una discarica, scoperta dagli vicina al sito, ha permesso di conoscere gli animali di cui gli uomini preistorici si cibavano».
I bambini, di cui uno senza scrpe, in cammino © Cai Belluno
A piedi scalzi come nella Preistoria
Gli alunni hanno poi esplorato la forra del
Bus del Buson, dove sono state osservate le prime forme di vita vegetale. La Mangiola racconta un aneddoto:
«scarpe piccole hanno costretto un alunno a percorrere la parte finale dell’escursione a piedi scalzi. Alleviato dal dolore, si è divertito a camminare come Lucy, donna della Preistoria morta probabilmente perché caduta da un albero dove dormiva. Ipotesi che ha dato l’occasione per ricostruire l’evolversi del letto nella storia».
In conclusione, il percorso, faticoso in alcuni tratti di salita,
«ha visto i bambini esprimere il proprio disappunto, ma nel momento in cui lo coglievano nei volti degli altri, superavano la fatica e incitavano tutti a resistere. L’escursione è stata occasione di apprendimento ma anche di educazione all’empatia».