A Forlì il Cai abbraccia un patrimonio mondiale Unesco

C.A.I. SEZ. FORLI'

di Sebastian Castoro

L'incontro di Forlì © Cai Forlì

Giovedì 6 giugno i locali di VolontaRomagna di Viale Roma hanno ospitato un’interessante serata divulgativa dedicata ai fenomeni carsici e grotte nelle evaporiti dell’Appenino settentrionale. Dopo i saluti del presidente del Cai di Forlì Maurizio Sirri, introduce il tema della serata Maria Teresa Castaldi presidente del Comitato Scientifico Regionale Emilia Romagna.

Ci si chiede: Qual’è il ruolo del Cai? Divulgazione e Tutela dell’ambiente montano sono nel Dna dell’associazione da 160 anni. La conoscenza rispettosa dell’ambiente e la sua tutela sono da sempre l’anima del Cai. Ecco perché i referenti governativi sono sia il ministero del Turismo che dell’Ambiente. Inoltre il ministero della Cultura ha sostenuto la pratica dell’alpinismo che dal 2019 è diventata Patrimonio Culturale Immateriale dell’Umanità.

Ma torniamo al tema della serata. La candidatura dei Gessi parte nel 2015 grazie alla spinta dei gruppi speleologici sezionali e Comitato scientifico regionale. Occorreva portare al Cai centrale, nella figura del presidente nazionale (Torti) la magia dei gessi. La magia arrivò al destinatario che fece di più, scrisse una lettera a sostegno della candidatura.

Nel Novembre 2022 a Brisighella arriva la Commissaria Unesco Gordana Beltran in visita ai cinque siti in cui si trovano le grotte nelle rocce evaporitiche. Il presidente cai Emilia Romagna Massimo Bizzarri relaziona che questa è l'unica candidatura italiana Unesco 2023, per giunta di tipo ambientale.
Arriviamo, dunque, a settembre 2023 a Riad 18 paesi su 20 votano a favore del carsismo e grotte nelle evaporiti dell’Appennino settentrionale come patrimonio dell’umanità Unesco.
Questo primo intervento della serata si conclude con un filmato promozionale dei siti carsici in questione.

Dopo un breve video introduttivo sulle acque carsiche prende la parola Piero Lucci, presidente della Federazione Speleologica Regionale Emilia-Romagna, che spiega come ciò di cui stiamo
parlando è da definire come un sito seriale che va dalla valle del Secchia a San Leo. In questo senso un ringraziamento va all’Iucn che controlla l’integrità dei siti WH (World Heritage) e che si occupa anche di quelli papabili; la pubblicazione di un dossier sui fenomeni carsici dei gessi, sottolineava, infatti, come questi ultimi potevano davvero diventarlo. La tesi è che sebbene ci siano già tanti siti nel mondo con fenomeni carsici, nessuno di questi si sviluppa
nelle evaporiti (nel gesso). Questo rende i suddetti fenomeni meritori di entrare a pieno titolo tra gli ambienti straordinari di rilevanza mondiale.

Uno degli interventi della serata © Cai Forlì

Viene data importanza anche al catasto delle cavità naturali della Regione Emilia Romagna visto che è uno degli strumenti che gli speleologi emiliano romagnoli si sono dotati, e ancora in costruzione, come strumento di conoscenza, divulgazione e tutela dei siti.
Lo Iucn ha giudicato il succitato catasto come uno dei migliori d’Europa. Già dal 2010 l’Fsrer ha iniziato una collaborazione di studi per far conoscere tutti i motivi d’interesse delle aree carsiche. Queste e altre informazioni sono disponibili online sul sito: www.venadelgesso.it

Lucci cita anche il caso del sito di Perticara che, per motivi di protezione, al momento non fa parte dei siti patrimonio ma non è detto che in futuro non possa diventarlo. Il perché di questa esclusione è presto detto, a un sito Unesco si chiede che sia molto ben studiato e che sia un sito di rilevanza eccezionale, che sia fruibile in modo sostenibile e che abbia un organismo di gestione amministrativa e scientifica.
L’esito positivo della candidatura delle cavità carsiche dei gessi va distribuito equamente nei meriti anche con diverse firme di studiosi delle università di Bologna e di Modena e Reggio con il
contributo di convegni divulgativi e il sostegno di musei tematici sul territorio.
I patrimoni mondiali non sono mai per sempre, avverte Lucci, ci sono nel mondo decine di siti a rischio, laddove il rischio è in parte dovuto all’attività antropica. Può diventare utile per questi siti gessosi mondiali farsi promotore capofila affinché entrino a far parte del WH. Ma anche il neo sito delle cavità dei gessi è già a rischio. L’allargamento della cava di Monte Tondo, infatti, ancora oggi minaccia questo patrimonio, in particolare pare che la società Saint-Gobain, nei mesi successivi alla proclamazione di Riad, si sia rivolta al TAR regionale per far annullare tutte le leggi in favore della pratica di inclusione: una sorta di Cavallo di Troia per “minare”, è il caso di dirlo, il sito stesso dall’elenco del World Heritage.

L’intervento si chiude tra gli applausi, a fine serata, dopo la visione di un emozionante filmato in cui si da lettura dei rilievi cartografici e narrativi di Giuseppe Scarabelli, databili intorno alla metà dell’800, e che descrivono la bellezza della grotta di Re Tiberio. Il filmato, con un salto temporale di un secolo, riprende da Il gigante di Ravenna, un filmato chiaramente propagandistico, commissionato dall’’ANIC di Ravenna, originariamente proprietaria del sito di Monte Tondo che avvia l’attività estrattiva industriale.

Un altro salto e si arriva ai giorni nostri, allo stato attuale. Ecco monte Tondo, la grotta di re Tiberio e la vena del gesso riprese dall’alto mentre dalla cava una nuova esplosione erode un altro pezzo di patrimonio sulle note di “The Perfect Day”. È questa la colonna sonora perfetta e amara che definisce meglio la dicotomia di intenti e di fortune in questa vicenda non ancora conclusa ma tutta da scrivere sulle ali di quel patrimonio che tutto il mondo ci invidia.