Zucco dell'Angelone, un'avventura tra roccia e panorami mozzafiato

La via Condorpass rappresenta una delle più affascinanti arrampicate che corrono sul calcare dello Zucco dell'Angelone. La via offre un'esperienza indimenticabile tra natura, tecniche di scalata e paesaggi mozzafiato, il tutto a pochi chilometri da Lecco.
La Grignetta vista dallo Zucco dell'Angelone
La Grignetta vista dallo Zucco dell'Angelone © Luca Galbiati (Archivio Sassbaloss)

Situata nel cuore delle Prealpi Lombarde, la via Condorpass rappresenta una delle più affascinanti arrampicate che corrono sul calcare dello Zucco dell'Angelone. La via offre un'esperienza indimenticabile tra natura, tecniche di scalata e paesaggi mozzafiato, il tutto a pochi chilometri da Lecco.

Lo Zucco dell'Angelone, situato sopra il comune di Introbio, è una meta molto apprezzata dagli appassionati di arrampicata, grazie alla varietà e qualità delle sue vie. La parete, di calcare compatto e ben fessurato, si presta a itinerari di diversa difficoltà, offrendo opportunità sia per i principianti che per i più esperti. La via Condorpass si distingue in questo contesto per la sua bellezza e per il suo carattere tecnico, che la rende una delle vie più amate e ripetute dell'area.

Zucco dell'Angelone - Via Condorpass - Luca Galbiati su L2
Zucco dell'Angelone - Via Condorpass - Luca Galbiati su L2 © Matteo Bertolotti (Archivio Sassbaloss)

Il panorama che si gode man mano che si sale è spettacolare: dalle alte cime delle Grigne alla valle sottostante, con la vista che si apre sul verde delle montagne lecchesi.

La via, che di fatto è la prima ad essere stata tracciata sulla struttura, è stata aperta da Don Agostino Butturini, Fabio Secchi (13 anni), Pietro Corti e Stefano Bolis (13 anni) nel novembre del 1978.

Dal giornale del Gruppo Condor (di cui gli apritori fanno parte): Primo Più n. 42 - Ottobre/Novembre 1978

Stefano e i chiodi
Ci incontriamo alla stazione a valle della funivia di Bobbio, il Don con lo Stefano Bonaiti Senior, Stefano Junior e il Fabio Secchi, quindi Ciusse ed io, arrivati col pullman.
Guardiamo subito la parete dove vogliamo aprire una via nuova: lo Zucco Angelone, il monte che si trova proprio sopra le Placche di Introbio.
Non vediamo Ivan, Michele, Dan e Pol che dovrebbero essere in parete dal giorno prima: volevano fare un'esperienza di bivacco... Si vede che avranno preferito bivaccare a casa di qualcuno...
Ci incamminiamo per un sentiero in piano e poi saliamo diritti per un bosco scosceso fino alla base della parete, entrando in un canale che risaliamo fin quasi al termine.
Attacchiamo sul lato sinistro in una rientranza che in alto forma un diedro. Il Don sale piantando molti chiodi perché è piuttosto sporco: terra, arbusti e porcherie varie.
Ciusse e Stefano Senior decidono di scendere quando il Don comincia a pulire (ovvero a scaricare macigni di grosso tonnellaggio); temendo una giornata di sofferenza tra erba e sassi mobili... Peccato, perché dopo il tratto iniziale incontriamo placche favolose.
Il primo tiro è veramente impegnativo e lo Stefano, quello rimasto, lo schioda diligentemente.
Dopo un tratto facile nel bosco per aggirare una zona strapiombante facciamo due tiri splendidi, abbastanza difficili e su ottima roccia. Fabio risolve un traverso a sinistra alla Tarzan, mentre Stefano accusa la stanchezza e non riesce più a togliere i chiodi del Don, che piange la dura perdita (16 chiodi) decidendo di non metterne più.
Con le altre lunghezze, più facili ma sempre bellissime, usciamo su una cima secondaria, raggiungendo la vetta principale dell'Angelone dopo un quarto d'ora di cammino.
Lo Stefano è un po' provato, io anche ma mi tengo su. La soddisfazione è grande e dopo una bella bevuta passa la stanchezza.
Pietro. (Corti n.d.r.)

Zucco dell'Angelone - Via Condorpass - Alessandro Spinelli e Matteo Bertolotti in sosta
Zucco dell'Angelone - Via Condorpass - Alessandro Spinelli e Matteo Bertolotti in sosta © Luca Galbiati (Archivio Sassbaloss)