A qualche settimana dall’annuncio della possibilità di usare il gas Xenon per migliorare l’adattamento all’alta quota, promosso dall'alpinista e guida alpina Lukas Furtenbach, arriva la risposta dell’UIAA (Unione Internazionale delle Associazioni Alpinistiche). La Medical Commission dell’UIAA ha pubblicato una dichiarazione ufficiale in cui mette in guardia la comunità alpinistica sui rischi legati a questa pratica, sottolineando l’importanza di affidarsi a metodi consolidati per l’acclimatazione.
Cosa dice la scienza sull’uso dello Xenon?
Lo Xenon è un gas anestetico noto per il suo effetto sul rilascio dell’eritropoietina, un ormone che stimola la produzione di globuli rossi. Tuttavia, secondo la letteratura scientifica, l’aumento dell’eritropoietina indotto da una singola inalazione non è sufficiente a garantire benefici duraturi. Come spiegato dalla Medical Commission “non vi è alcuna evidenza che l’inalazione di Xenon migliori le prestazioni in montagna”, aggiungendo che gli effetti sul corpo sono “probabilmente inesistenti”.
Acclimatarsi all’alta quota è un processo complesso che coinvolge organi come cervello, polmoni, cuore, reni e sangue. Questi adattamenti fisiologici richiedono giorni o settimane. Di conseguenza, “un singolo farmaco non può rappresentare la chiave per migliorare l’acclimatazione o le prestazioni”, si legge nella dichiarazione.
Legalità dello Xenon
Oltre a dubbi sull’efficacia, l’uso dello Xenon presenta rischi significativi per la salute. Classificato come gas anestetico, il suo utilizzo può causare sedazione, compromissione respiratoria e, in casi estremi, morte. Uno studio ha evidenziato: “una sedazione significativa in soggetti che utilizzavano dosi raccomandate per l’alpinismo”, un fattore potenzialmente letale in situazioni già pericolose come l’alta quota.
Tra l'altro dal 2014, lo Xenon è inserito nella lista delle sostanze proibite dall’Agenzia Mondiale Antidoping (WADA). Sebbene il divieto si applichi principalmente agli sport competitivi, l’UIAA raccomanda di evitarne l’uso anche nell’alpinismo ricreativo. Come sottolineato nella dichiarazione: “L’uso off-label senza una base scientifica e con rischi per la salute sconosciuti deve essere respinto”. L’UIAA incoraggia la comunità alpinistica a seguire metodi consolidati per l’acclimatazione, che si sono dimostrati sicuri ed efficaci nel tempo. Questi approcci includono l’ascensione graduale, il rispetto delle regole di acclimatazione e l’uso di tecniche che favoriscano l’adattamento naturale del corpo all’alta quota.
Questa posizione sull’uso dello Xenon si inserisce in un più ampio discorso sull’etica e sulla sicurezza in montagna, temi affrontati dalla nuova UIAA Declaration on Hiking, Climbing and Mountaineering, in uscita oggi. L’obiettivo del documento è promuovere norme di comportamento rispettose dell’ambiente e della sicurezza individuale, evitando pratiche rischiose o non sostenibili.
L’invito è chiaro: diffidare di scorciatoie farmacologiche come lo Xenon e affidarsi ai metodi di acclimatazione consolidati, per vivere l’esperienza della montagna in modo sicuro, responsabile e autentico.