Lago di Volaia © Anna SustersicIl primo passo non si scorda mai. Quello che inaugura un “lungo cammino”, che con il pensiero “si inizia” ti proietta in quella dimensione meditativa speciale che è il “percorrere strada”, per giorni. Lo stadio mentale iniziale di un trekking di lunga durata è quello dell’entusiasmo euforico, una sorta di improvvisa consapevolezza dell’acquisita libertà che attiva i sensi tanto da renderli ingordi di ogni dettaglio.
Le imponenti Crete dei cacciatori © Anna SustersicForse è per questo che “la prima tappa è per sempre” ed è forse quella che ricordi con più lucidità…e con più nostalgia. O almeno così io ricordo quella prima giornata di un cammino che dal confine Veneto-Friulano mi avrebbe portata a Trieste. Bellissima e lunga. Molto lunga. Ma tutto è concesso se lo scenario e se ogni prato è la migliore espressione della più intensa “botanicità” esplosa insieme. Tutta. A metà giugno i versanti di prateria che coprono i versanti delle montagne sopra il Rifugio Calvi - da cui si parte – esprimono l’intera caleidoscopica creatività di forme e colori di quota. Il Pic de Chiadenis, le Crete dei Cacciatori sono l’impressionante dentatura che protegge i “palati” fioriti da cui emana il pungente odore di rododendro. Da Passo Sesis, che si raggiunge poco dopo il Rifugio Calvi, la camminata sembra studiata per godere della vita di queste praterie inaugurando un viaggio che, dal suo principio al suo termine, ha di certo la varietà come cifra caratterizzante. I larici, compagni fedeli del rododendro, e la gorgogliante voce del Rio Fleons accompagnano la ripida discesa verso Casera Fleons di Sotto dove le foglie si fanno più grandi e la copertura arborea più fitta. Ma da qui ben presto ci si riporta verso i 1990 metri di Sella Sissanis prima e il Passo Giramondo poi (2005 m). Qui ci si ferma, è impossibile non farlo perché si cammina da oltre 4 h e perché il panorama, di guglie, piccoli laghi ed estese praterie macchiate di rosa pretende – a buon diritto - attenzione. Da qui c’è ancora strada per il Lago di Volaia, ultima tappa di questa lunga giornata di psichedeliche visioni.
E se si ha la fortuna di svegliarsi qui all’alba, può darsi si abbia la fortuna di vedere il lago avvolto in un fitto mantello di nebbia che trasformano la meraviglia effettiva dell’acqua, specchio orgoglioso della Cima Lastrons (2595 m), in una mistica Avalon ricca di suggestione.
Gli "occhi" della montagna che ci osservano da Sella Sissanis © Anna SustersicScopri la tappa A01 del Sentiero Italia Cai in Friuli-Venezia Giulia