a cura di Rosalba Punturo, Comitato Scientifico Regionale CAI Sicilia
Parco minerario di Floristella-Grottacalda © Wikimedia CommonsCiò che più colpisce entrando nei siti minerari dismessi della Sicilia centrale è il silenzio, inteso non come una semplice assenza di suoni, piuttosto una forma indefinita di vuoto. Accedendo ai siti, alcuni dei quali oggi sono diventati Parchi Minerari, proviamo a chiudere gli occhi e a liberare l’immaginazione: lentamente, i luoghi come per incanto si animano, le immagini sbiadite prendono forma e colori e la scena prende vita, trasformandosi in un vivace brulichio di persone ognuna con la propria mansione: chi trasporta pesanti carichi di cesti sulle spalle, chi spinge un carrello sui binari, chi impartisce ordini e chi è intento ad accendere fuochi. Il colore dominante la scena è il giallo dello zolfo, minerale che determinò l’economia e la struttura sociale della Sicilia per più di due secoli compresi nell’intervallo di tempo tra la seconda metà del 1700 e la prima metà del 1900.
Le solfare siciliane (ovvero le miniere di zolfo), oggi costituiscono un patrimonio geologico, culturale ed economico per la Sicilia e da riscoprire e al contempo da preservare.
Sulla base di queste considerazioni, il Comitato Scientifico Regionale CAI Sicilia ha organizzato e condotto, il 12 ottobre 2024, un’escursione al Parco Minerario Floristella-Grottacalda, sito in provincia di Enna.
Il gruppo CAI in escursioneHanno partecipato all’escursione numerosi socie e soci delle sezioni CAI di Acireale, Belpasso, Catania, Cefalù, Giarre, Linguaglossa e Pedara, desiderosi di conoscere la storia e le vicende che per due secoli hanno segnato la vita dei minatori e delle loro famiglie. Il Parco Minerario, che a sua volta fa parte del Rocca di Cerere UNESCO Global Geopark, rappresenta un luogo unico in quanto un vero e proprio museo all’aria aperta. Nel territorio del parco l’attività estrattiva dello zolfo è documentata dalla fine del 1700 al 1986; qui sono presenti testimonianze di archeologia industriale e dei progressi tecnologici legati all’estrazione dello zolfo, prezioso minerale di importanza strategica durante l’epoca della Rivoluzione Industriale. Lasciandosi trasportare dall’emozione dei racconti e delle testimonianze custodite nel Parco, si può udire ancora il suono delle piccozze, dei carrelli trasportati lungo i binari della ferrovia che attraversava la miniera e, non ultime, le voci e le imprecazioni dei minatori. L’escursione ha abbracciato gli aspetti geologici legati alla Serie gessoso solfifera siciliana in cui insistono i giacimenti di zolfo, e ha ripercorso l’itinerario Floristella-Grottacalda già predisposto all’interno del volume “L’oro del Diavolo”, pubblicato nel 2022 a cura di Rosolino Cirrincione, Rosanna Maniscalco e Rosalda Punturo (quest’ultima componente del Comitato scientifico regionale CAI Sicilia e organizzatrice dell’escursione), grazie alla collaborazione tra il Club Alpino Italiano, la Società Geologica Italiana e l’Università degli Studi di Catania.
Non sono mancati i momenti di riflessione, ispirati non soltanto dall’importanza di preservare memoria di un pezzo di storia dell’isola, ma legati al fatto che tutt’oggi, in diverse parti del mondo, lo sfruttamento di bambini e ragazzi viene ancora perpetrato, specialmente nelle miniere in cui sono estratti materiali strategici per la tecnologia quali il Coltan o il cobalto. Ancora oggi, quindi una delle peggiori forme di sfruttamento di lavoro minorile è legata all’estrazione di minerali in miniera. Proprio per questo, è stata importante e coinvolgente la partecipazione di aquilotte e aquilotti dell’Alpinismo Giovanile, cui sono state dedicate, nel corso dell’escursione, anche attività specifiche.