Il Monte Rosa © Pixabay“Il vallone delle Cime Bianche rappresenta uno dei musei geologici a cielo aperto più affascinanti delle Alpi”, scriveva già nel 1990 il geologo Giorgio Vittorio Dal Piaz. Qui affiora un’intera sezione della crosta oceanica dell’antico Oceano della Tetide: rocce che raccontano la nascita delle Alpi, processi di subduzione e collisione continentale. Un’area unica, che custodisce anche morene glaciali, torbiere, depositi fossili e testimonianze della variazione climatica degli ultimi millenni.
L’intera zona è già compresa nella rete europea Natura 2000, con il sito “Ambienti glaciali del gruppo del Monte Rosa” e include habitat d’alta quota, specie endemiche e reliquie glaciali. Sulle pareti del Lyskamm, il Ranunculus glacialis cresce fino a 4250 metri, segnando un record altitudinale sul versante italiano delle Alpi. Fauna rara come la pernice bianca, il gipeto e l’aquila reale nidifica in questi ambienti, che sono anche corridoi ecologici fondamentali per lo stambecco alpino.
Ma il valore di quest’area non è solo naturalistico: è anche storico e culturale. Dal colle del Teodulo al Vallone di San Grato, la colonizzazione walser ha lasciato impronte profonde. Le comunità locali hanno tracciato sentieri, scavato canali come il Ru Courtod – un’opera di ingegneria idraulica lunga 25 km – e avviato attività minerarie oggi in disuso ma cariche di storia.
“L’istituzione di un Parco Naturale del Monte Rosa sarebbe una risposta concreta alle sfide ambientali e sociali del nostro tempo”, si legge nel documento ufficiale di auspicio. Dodici i punti proposti: dalla tutela della biodiversità agli ecomusei, dalla creazione di percorsi glaciologici e geologici alla promozione di un turismo sostenibile e di qualità.
Un progetto che guarda al futuro e chiede di superare le criticità attuali, come la scarsità di fondi per la gestione delle aree protette e i rischi connessi a nuovi impianti funiviari. Un Parco Naturale del Monte Rosa potrebbe diventare un simbolo di equilibrio tra conservazione e sviluppo, in sinergia con il Parco naturale Mont Avic e con il confinante Parco dell’Alta Val Sesia.