Val Popèna

Alla ricerca di silenzi e scorci panoramici inconsueti
I ruderi del Rifugio Popèna © Denis Perilli

La Val Popèna si incunea, salendo da nord verso sud, racchiusa a est dalle quinte del Monte Popèna e delle Pale di Misurina e a ovest dalle più articolate bastionate del Cristallino di Misurina. È questo un angolo del gruppo del Cristallo riservato e poco frequentato sia in estate che in inverno, su cui si snoda un itinerario ideologicamente ben lontano dai più frequentati e classici percorsi che caratterizzano l’area di Misurina. La valle è frequentata perlopiù da scialpinisti che raggiungono i ruderi del Rifugio Popèna o si avventurano sui più ripidi canaloni del Cristallino di Misurina. 

Il Corno d'Angolo e la Torre Popèna. © Denis Perilli

Accesso

Il parcheggio del Ponte di Popèna Alta (1660 m) si raggiunge da Misurina scendendo per circa 1 km in direzione Carbonin (spazio per poche macchine sulla destra).

Itinerario

Attraversata la strada, si prosegue per una ventina di metri e si seguono le indicazioni per la Val Popèna. Il sentiero è ampio e sale in moderata pendenza sulla sinistra idrografica del Ru Popèna (segnavia 222). Il tracciato, anche con la neve, è intuitivo e procede nel bosco di abeti rossi, innalzandosi dal corso d’acqua (attenzione a una possibile traccia che resta bassa e che può essere percorsa se già ben pestata).
Dopo circa 1 h si giunge a un primo pianoro, dove la traccia con segnavia sale a destra (non facile da individuare se non battuta). Qui si potrebbe anche procedere dritti sul più ripido canalone che però è, nel caso, suggerito per la discesa.
La vegetazione arborea inizia a diradarsi e il panorama si amplia, abbracciando di scorcio anche le Tre Cime di Lavaredo. Si raggiunge così in breve un ampio spazio aperto, dove la Torre Popèna e il Corno d’Angolo, che si innalzano di fronte, danno spettacolo.
Raggiunto un crocevia con indicazioni si continua dritti sul sent. 222 e, dopo un lungo tratto ancora pianeggiante, si rimonta, puntando in direzione delle Pale di Misurina, un dosso verso sinistra. Al termine della salita si deve svoltare a destra, dove improvvisamente si palesano i ruderi del Rifugio Popèna (2.15 h dalla partenza).
Da qui non ci si può esimere dallo spostarsi di una decina di metri sul poggio panoramico posto appena sopra la Forcella Popèna (2214 m). La vista è incantevole, con l’intera catena delle Marmarole che si staglia a sinistra della possente mole del Sorapìs. Dietro, con i loro possenti contrafforti, giganteggiano il Piz Popèna e il Cristallino di Misurina.
La storia del Rifugio Popèna è legata a quella del suo ideatore, Lino Conti (1908-1986), che, ancora giovanotto, fu notato da Agostino Martinelli, gestore del Rifugio Monte Piana, che se lo portò a lavorare con sé. Determinato come pochi, a 26 anni iniziò a costruire il “suo” rifugio e nel 1935 concluse la sua opera. Cominciò quindi a gestirlo con la sua amata Giulia, ma nel 1948 dei vandali salirono al rifugio, lo ripulirono e gli diedero fuoco. Il grande uomo ebbe il coraggio di ricostruirlo, anche se più ridotto di dimensioni, ma le ristrettezze economiche non gli permisero di riaprirlo.

Ritorno

Il rientro avviene in 2 h per lo stesso percorso.

In discesa osservando le Tre Cime di Lavaredo © Denis Perilli

 

Partenza: Ponte Val Popèna Alta 1660 m 
Arrivo: ruderi del Rifugio Popèna 2210 m
Lunghezza: 6,8 km (andata e ritorno)
Dislivello: + 564 m 
Durata: 4.15 h (andata e ritorno)
Difficoltà: EAI – F 
Esposizione: nord 

https://www.openstreetmap.org/#map=14/46.5869/12.2340

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