Migranti in marcia nella neve © MSF - Médecins Sans FrontièresA dicembre, oltre 1100 migranti sono stati assistiti presso il rifugio Fraternità Massi di Oulx, in Val di Susa, situato vicino al confine tra Italia e Francia. Qui, medici e volontari hanno trattato casi di ipotermia, congelamenti e traumi, conseguenze di tentativi estremi di attraversare la frontiera montana.
Il drastico aumento degli accessi, raddoppiati da novembre rispetto ai mesi precedenti, è legato alla ripresa dei respingimenti da parte della polizia francese. Dopo una breve sospensione dei controlli, seguita a una sentenza della Corte di Giustizia dell’Unione Europea, la Francia ha ristabilito misure rigide, sospendendo l’accordo di Schengen con la motivazione di contrastare minacce terroristiche e reti di immigrazione irregolare. Le pattuglie utilizzano droni, motoslitte e telecamere termiche, portando i migranti a preferire sentieri montani pericolosi, spesso durante la notte.
Lo snodo di Oulx
Da oltre un decennio, Oulx è uno snodo chiave per chi tenta di raggiungere il Nord Europa, principalmente Germania e altri paesi del nord. Negli anni, i profili delle persone in transito sono cambiati. Fino al 2021, erano prevalentemente afghani, pakistani e iraniani, spesso bloccati nei campi lungo la rotta balcanica. Negli ultimi anni, sono aumentati i flussi dal Medio Oriente e dall’Africa, con il colle del Monginevro a rappresentare una delle tratte più rischiose.