Bancomat © PixabayDopo le proteste che hanno interessato la Valle Pellice (Torino) e più in generale la crescente chiusura degli sportelli bancari nelle aree montane del Piemonte, l'Unione Nazionale Comuni Comunità Enti Montani (UNCEM) torna sul tema lanciando un appello urgente ai Comuni montani per contrastare questo fenomeno. Questa tendenza, definita "desertificazione bancaria", sta causando gravi disagi alle comunità locali, compromettendo l'accesso ai servizi finanziari essenziali e indebolendo il tessuto socio-economico di queste zone.
Secondo l'Osservatorio della Montagna, su 489 comuni montani in Piemonte, ben 369 sono privi di uno sportello bancario, rappresentando il 75,5% del totale. Nel 2015, questa percentuale era del 62,2%, evidenziando un trend in costante peggioramento. In termini assoluti, ciò significa che circa 237.000 abitanti non hanno accesso diretto a servizi bancari nel proprio comune, rispetto ai 138.000 di sette anni prima.
L'Appello di UNCEM
Il presidente nazionale di UNCEM, Marco Bussone, ha sollecitato gli istituti di credito e l'Associazione Bancaria Italiana (ABI) a fermare i piani di "riorganizzazione" che prevedono la chiusura degli sportelli. UNCEM chiede un dialogo più efficace con i sindaci e le comunità locali per trovare soluzioni alternative. “Le banche devono fermare ogni chiusura” ha affermato Bussone, sottolineando l'importanza di mantenere presidi territoriali per garantire servizi essenziali ai cittadini. “Contro la chiusura delle banche – spiega Bussone – Uncem ha trasmesso a tutti i Comuni e a tutti gli Enti montani, cioè le Comunità montane e le Unioni montane italiane, un ordine del giorno da varare in Consiglio o in Giunta. È una presa di posizione politica forte, che impegna Governo, Parlamento e Regioni a intervenire”.
In risposta alle chiusure annunciate, diversi comuni montani stanno organizzando mobilitazioni. Come ad esempio accaduto in Valle Pellice, dove il sindaco di Bobbio Pellice, Mauro Vignola, ha promosso una manifestazione contro la chiusura dello sportello bancario locale, coinvolgendo cittadini, associazioni e rappresentanti istituzionali. Una manifestazione che ha portato il fornitore di servizi a rettificare riguardo la decisione di smantellare l'ultimo bancomat in paese, continuando a offrire un servizio ai cittadini. Ma i casi sono molti altri, nelle province di Cuneo, Biella, Asti e nel Verbano-Cusio-Ossola gli sportelli bancari subiscono tagli, accorpamenti e riduzioni di orario. È un processo che cancella presidi di prossimità. “Quando si chiude uno sportello non si spegne solo una macchina bancomat. Si taglia un legame. Si dice a chi vive in quei luoghi: arrangiati. E invece noi vogliamo dire il contrario: i territori valgono. I cittadini valgono. Nessuno deve restare indietro” conclude Bussone.
Proposte per il Futuro
L'assessore regionale alla Montagna di Regione Piemonte, Marco Gallo, ha proposto l'istituzione di un "patto etico per la montagna" che impegni gli istituti di credito a trovare soluzioni alternative alla chiusura degli sportelli. Questa proposta ha ricevuto il sostegno di UNCEM e l'apertura da parte dell'ABI, con l'obiettivo di creare un tavolo di lavoro permanente sul tema.