Una scuola che si sposta

Si intitola così il progetto di laurea di Margherita Cantarelli, finanziato dal Cai centrale, che ha previsto cinque giorni di didattica all'aperto per due classi di quinta elementare di Marina di Massa, dalle Apuane al mare

«Il progetto nasce prendendo ispirazione da quello di un amico, Marcello Paolocci di Strade Maestre, che ha previsto un intero anno di scuola in cammino con una classe di liceali. Mi sono domandata se fosse possibile riproporre la stessa cosa alla scuola primaria, e sono convinta che, con i tempi e gli spazi adeguati, la cosa sia fattibile per bambini e bambine di dieci anni».

Con queste parole Margherita Cantarelli presenta “Una scuola che si sposta”, il suo progetto di tesi di laurea magistrale in Scienze della formazione primaria all'Università di Genova.

L' iniziativa ha previsto cinque giorni di cammino, dalle Apuane al mare, passando da fiumi, grotte e per il centro città di Massa, con due classi quinte della Scuola Primaria Ronchi di Marina di Massa, le insegnanti, le guide ambientali escursionistiche di Fuori Città (Sara Ferrari e Matteo Palazzi), l'Accompagnatore di Alpinismo giovanile del Cai Massa Gabriel Raffa e il componente del Gruppo mountain bike del Cai Massa Leonardo Cantarelli.

La comitiva è partita lo scorso lunedì 22 maggio con i pulmini verso Pian della Fioba, passando poi per Redicesi, Gronda e Renara, dove non è mancata la visita all'omonima grotta insieme al Gruppo Speleologico Archeologico Apuano Cai. Una volta arrivati a Massa, con le bicicldette adulti e bambini sono arrivati al mare.

Il montaggio delle tende - Foto Margherita Cantarelli

«Durante questi giorni, oltre alle attività didattiche progettate, abbiamo fatto scuola tenendo conto non solo dalle necessità di ciascun bambino e ciascuna bambina, ma anche dalle opportunità territoriali», racconta Margherita Cantarelli. «Abbiamo sviluppato autonomia e capacità di prendersi cura di sé, degli altri e delle altre cucinando in piccoli gruppi, dormendo in tenda e nei rifugi, aspettandosi lungo i sentieri».

Obiettivi primari del progetto sono stati dunque l’inclusione e la sostenibilità, fino alla conoscenza del  territorio per potersi sentire parte di esso. Non a caso i bambini hanno piantato un Corbezzolo al Parco del Magliano, creando un vero e proprio “spazio della classe in città”.

«Spesso i bambini e le bambine non conoscono il territorio in cui vivono per mille motivi: perché le figure di riferimento del contesto casa non lo conoscono a loro volta o perché non hanno la possibilità (economica, sociale, lavorativa) di portarli, o di comprenderne l’importanza. Questa situazione penso contribuisca a creare un disagio sociale e un analfabetismo culturale di ritorno, portando il territorio stesso alla distruzione. Le Alpi Apuane e le spiagge sono ormai a rischio d’estinzione, è quindi importante educare ed educarsi alla bellezza, educare ad osservare, educare ad accogliere le necessità altrui, educare a prendersi cura dello spazio in cui viviamo e non solo perché ci viviamo. Ed è proprio qua che si incontrano la scuola, come luogo educativo per definizione, e il Club Alpino Italiano, la più antica associazione di alpinisti che ha, come troviamo nel primo articolo del suo statuto, “ha per iscopo l’alpinismo in ogni sua manifestazione, la conoscenza e lo studio delle montagne, specialmente di quelle italiane, e la difesa del loro ambiente naturale”».  

Con le biciclette nel centro di Massa - Foto Margherita Cantarelli

“Una scuola che si sposta” è stato infatti finanziato dal Cai centrale, permettendo così a tutti gli alunni delle due classi di partecipare. «Tenteremo, insieme al Cai, di riproporlo in altre classi di scuola primaria. Non si tratta solo di un cammino, in quanto l’ultima tappa è stata fatta in bicicletta e soprattutto in quanto pensato per andare incontro anche ai bisogni di chi eventualmente non potesse camminare. Il mio progetto vuole essere un invito alla scuola per rendersi  davvero per tutti e per tutte; sarebbe una scuola lenta? Sembrerebbe, ma adottiamo la pedagogia della lumaca, o ancora meglio, quella della tartaruga, che vive tanto a lungo, e forse non lo sa, ma mentre gli altri le sfrecciano davanti finendo chissà dove, lei, senza essere in competizione, non dimentica mai di svoltare ed attraversando paesaggi diversi ricomincia ora a educarsi, ora a educarci, a educare. E questo chi va in montagna lo sa molto bene. Solo così, includendo le nuove generazioni, forse possiamo smettere di trovare giustificazione alle cose, come la distruzione del pianeta, il razzismo, il sessismo, l’omofobia, il classismo e qualsiasi forma di diseguaglianza, per il solo fatto che esistono».

Margherita Cantarelli ringrazia le guide, le insegnanti, la dirigente della scuola primaria Ronchi, il presidente del Cai Massa Paolo Simi «e soprattutto i bambini e le bambine, oltre al Presidente generale del Cai Antonio Montani che fin dal primo istante ci ha creduto e mi ha dato fiducia». 

Bagno finale in mare - Foto Margherita Cantarelli