Dane Steadman, Jared Vilhauer e Seth Timpano hanno aperto Trophy Hunt, una via di 1.100 metri in Kyrgyzstan, difficoltà AI5+, M5, sulla parete nord-est del Pik Alpinist (5482 metri). La salita della cordata formata dai due statunitensi e dall'alpinista danese è stata realizzata a settembre, ma i tre hanno pubblicato il racconto sui social solo adesso, a quasi due mesi dall'ascesa.
Il Pik Alpinist è una montagna che gode di una discreta fama: si trova nel Kokshaal-Too occidentale, nella catena montuosa Tien Shan, ed era stato scalato per la prima volta da una cordata guidata da M. Lebedev in quattro giorni -dal 15 al 19 agosto 1993- per la ripida parete est, fino alla cresta nord. Nel 1996 un trio tedesco e francese risalì il bordo sinistro della parete rocciosa ai piedi della cresta nord e proseguì lungo la cresta fino alla vetta. Entrambi i gruppi scesero dalla cresta est.
Vilhauer e Timpano erano molto affiatati anche prima di questa spedizione: si erano conosciuti nel 2010 in Antartide e hanno poi condiviso viaggi in Alaska, in India e molte scalate su ghiaccio. I due hanno deciso di aggiungere un elemento giovane alla spedizione, specializzato sul misto, e hanno individuato in Dane il partner perfetto.
L'incredibile verticalità della parete © Dane Steadman-American Alpine ClubLa parete est del Pik Alpinist sembrava un sogno impossibile: nonostante la meravigliosa estetica, la copertura di ghiaccio sembrava discontinua nelle immagini analizzate. Ma quando i tre si sono trovati al cospetto della montagna, hanno scoperto che il ghiaccio formava invece una copertura omogenea. Dopo dieci giorni di acclimatamento, gli statunitensi hanno visto una linea di ghiaccio sulla parete nord est. «Viste la pendenza e le condizioni del ghiaccio, abbiamo deciso che la strategia migliore sarebbe stata quella di tentare la via senza attrezzatura da bivacco. Abbiamo lasciato il nostro campo alla base della parete alle tre del mattino, e scalato 16 tiri, spesso in conserva su difficoltà fino al grado AI4» ha raccontato Timpano all’AAC Journal.
Solo al tramonto gli alpinisti si sono trovati alla base della sezione chiave, dallo sviluppo di ben 300 metri. «Ripido e ottimo ghiaccio al sole, seguito da ghiaccio duro come il ferro ci hanno messo a dura prova. Da lì alcuni pendii di neve e un altro difficile tiro di ghiaccio ci hanno portato a un altro passaggio decisivo: uno spaventoso pilastro ghiacciato a 5.200 metri di quota. Eravamo stremati, e nessuno di noi era troppo fiducioso. Ma grazie alla brillante guida di Seth siamo riusciti a passare» ha aggiunto Steadman su Instagram.
La cima è stata conquistata alle 8.30 di sera, al buio e con un forte vento. Neanche il tempo di godersi il traguardo raggiunto ed era già tempo di scendere, con una lunga serie di calate in corda doppia. I tre alpinisti hanno fatto così ritorno alle loro tende solo 27 ore dopo averle lasciate.