"Una manovra criminale": l'aereo che sfiora gli scialpinisti sul Monte Rosa

Sabato scorso, un Piper PA-18 ha compiuto un atterraggio a pochi metri dagli scialpinisti sul ghiacciaio del Monte Rosa, scatenando il panico. La manovra, che ha rischiato di provocare una tragedia, solleva interrogativi sulla valutazione del pilota e sulle regole di prudenza in volo.

Sabato scorso, un Piper PA-18 è atterrato sul ghiacciaio del Monte Rosa, nei pressi del Colle Sesia, a oltre 4200 metri di quota. Nulla di strano, a prima vista: atterraggi sui ghiacciai sono praticati da decenni, specialmente in Svizzera, dove la disciplina è regolata e i piloti sono formati con standard severi.
Ma questa volta qualcosa è andato storto. L’aereo, prima ha planato sul ghiacciaio a qualche decina di metro dagli scialpinisti in salita verso Capanna Margherita. Poi, ha invertito la rotta, puntando direttamente sulle persone in salita, per tagliargli la strada e decollare nuovamente. Il video parla chiaro. “Ammazzava qualcuno se lo prendeva” commenta Luca Calzone, già presidente del Club 4000, che stava realizzando la sua trentesima salita in Capanna Margherita e che ha ripreso la scena con il suo cellulare. Una manovra criminale. Per miracolo non ha fatto morti”.

La domanda è inevitabile: perché? Perché scegliere di atterrare su un ghiacciaio frequentato da alpinisti, in piena stagione, mentre si svolgeva anche il Trofeo Mezzalama, uno degli eventi più affollati e conosciuti del Monte Rosa?

Istruttori di volo in montagna hanno spiegato alle testate maggiori che il volo in quota non è una scienza esatta: la rarefazione dell'aria a oltre 4000 metri riduce drasticamente la potenza dei motori, rendendo ogni atterraggio e decollo un'operazione delicatissima. Un errore di valutazione, anche minimo, può diventare drammatico.
Ma le difficoltà tecniche non bastano a giustificare la leggerezza del gesto. Una delle regole fondamentali è che il decollo non deve mai avvenire in direzione di ostacoli o persone, anche se non nelle immediate vicinanze. In questo caso il pilota ha sfruttato la distanza tra una cordata e l’altra per passare e decollare. “La prudenza avrebbe dovuto portare chi era a bordo a prediligere una zona diversa o, meglio, a rinunciare all’atterraggio. Solo la fortuna ha evitato un incidente che avrebbe potuto avere esiti fatali” spiegano gli esperti al Corriere della Sera.

L’errore umano è una variabile inevitabile nei voli di montagna, certo, ma decidere di posarsi in quel luogo, in quel momento, è stato un errore di valutazione, non un imprevisto tecnico. Una scelta sbagliata dall'inizio alla fine.

 

Il video