Una geografia della Resistenza negli Appennini

È uscito in libreria il nuovo libro di Stefano Ardito dedicato alla Resistenza negli Appennini

Indubbiamente la storia della Resistenza è maggiormente legata ai territori del nord Italia e delle Alpi dove la guerra contro l’occupazione nazi-fascista è durata più a lungo toccando alcuni degli eventi più drammatici e gloriosi dell’intero periodo tra l’Armistizio dell’8 settembre 1943 alla Liberazione del 25 aprile 1945. Eppure, anche nel centro-sud Italia si sono vissute vicende tragiche ed eroiche prevalentemente concentrate negli Appennini dove territori selvaggi e impervi hanno tradizionalmente ospitato storie di ribellione e resistenza sin dai tempi dell’antica Roma quando popolazioni come Sabini e Sanniti opponevano seri ostacoli a quello che sarebbe diventato il primo impero della storia dell’umanità.

Per fortuna, il giornalista e scrittore Stefano Ardito ha appena pubblicato una bella opera, Guerra in Appennino edita da Corbaccio, che si prefigge di ricuperare la storia della Resistenza lungo la spina dorsale dell’Italia disegnando con linguaggio scorrevole ma competente una sorta di geografia della guerra partigiana negli Appennini. 

La copertina del libro di Stefano Ardito

«Certo – scrive Ardito nella prefazione – la Resistenza contro fascisti e nazisti interessa anche le grandi città del Nord e le Alpi. Certo, quell’anno e mezzo terribile verrà raccontato soprattutto da autori (alcuni, prima di scrivere, hanno impugnato le armi) del Nord come Beppe Fenoglio, Luigi Meneghello e Giorgio Bocca. La guerra partigiana, però, interessa anche le regioni dell’Appennino e lo stesso vale per i rastrellamenti delle truppe di Salò e della Wehrmacht». 

Un lavoro di scavo da cui emerge un’opera tratteggiata dall’autore come una sorta di mappa dove, tra le curve di livello di montagne note e meno note compaiono storie, personaggi e curiosità che «tra i boschi e le valli dell’Appennino contribuiscono a far nascere un’Italia diversa». Compare, ovviamente il Gran Sasso con la fuga di Mussolini, la Maiella con l’intreccio di vicende che hanno coinvolto Carlo Azeglio Ciampi e il Brigadiere John Hunt che nel 1953 guiderà la spedizione alla conquista dell’Everest. Ci sono l’eccidio di Marzabotto con le sue 1830 vittime e le Alpi Apuane con le loro note vicende di resistenza intransigente. Il libro annovera al contempo anche storie e luoghi minori, ma non meno interessanti, le Meinarde tra Lazio e Molise, le stragi di Monte Tancia e di Leonessa in Sabina, le vicende controverse dei Monti Ausoni in Ciociaria e gli strenui combattimenti sul Monte Morello a due passi dal centro di Firenze. 

Ardito è un profondo conoscitore di ogni anfratto dei luoghi che racconta e riesce ad ambientare le sue storie con una dovizia di particolari e dettagli che proiettano l’immaginazione del lettore direttamente in loco tra rimandi continui al presente e al passato. Trasmette concretamente il suo amore per questi territori non solo con il desiderio di narrare, ma con l’esplicito obiettivo di invitare il suo pubblico a partire a piedi alla scoperta di un’Italia minore, ma non meno interessante. 

«Da decenni – scrive ancora Ardito – sulle Alpi orientali e centrali, la memoria della Grande Guerra è diventata anche un’attrattiva turistica. Sull’Appennino, fino a oggi, si è fatto altrettanto solo in casi sporadici, e non perché le postazioni dei monti di Cassino, delle Apuane e del Monte Belvedere siano meno spettacolari di quelle alpine. Le cause di questo “oblio volontario” sono molto più profonde. Mentre la Prima guerra mondiale, con tutte le sue contraddizioni, è ancora percepita dagli italiani come un conflitto conclusosi con la vittoria, la Seconda resta segnata da una lunga serie di umiliazioni e sconfitte, di cui non esiste una memoria condivisa». 

Ogni storia è storia contemporanea, teorizzava Benedetto Croce per spiegare come il racconto del passato è un’esigenza degli esseri umani di individuare le proprie radici e la propria identità. Sarebbe presuntuoso, per un recensore, scrivere che il libro di Stefano Ardito è indispensabile. È più allettante definirlo emozionante, con la speranza che tante persone abbiano la curiosità di andare a leggere una serie di storie drammatiche e catartiche, testimonianza di uomini e donne con la schiena dritta che non si piegano alle violenze, ai soprusi – o anche ai capricci – del potente di turno. 

 

Stefano Ardito

Guerra in Appennino. 1943-1945: lotta per la libertà

Corbaccio, Milano, 2023

€ 19,60