Il bosco è un ambiente dinamico dove, sia di giorno che di notte, prede e predatori si sfidano cercando di farla franca o sperando di catturare un lauto pasto. Talvolta può succedere che anche chi è predatore venga cacciato da qualcuno di più grande e scaltro di lui. Sicuramente ciò non accade all’astore, meraviglioso uccello al vertice della piramide alimentare.
Ma che ci fa un rapace diurno dentro al bosco? Come mai non vola alto nel cielo scrutando eventuali prede per poi lasciarsi cadere nel vuoto raggiungendole di soprassalto?
Proviamo a capirlo insieme. L’astore (Accipiter gentilis), che ha un’apertura alare di ben 120 cm, ha ali corte (in proporzione al corpo), larghe e arrotondate; inoltre, possiede una coda stretta e lunga. Queste caratteristiche anatomiche, che non gli consentono di essere un veloce volatore, lo rendono invece molto agile e fulmineo negli spazi stretti, come quelli fra un albero e l’altro.
La colorazione del piumaggio (grigio-marroncina sul dorso e chiara con strisce scure sul petto) lo mimetizza perfettamente nel gioco di luci e ombre del sottobosco, contribuendo a rendere questo splendido falconiforme un ottimo cacciatore di piccoli mammiferi e uccelli che cattura volando raso terra o tra le fronde degli alberi.
Questo è un altro esempio lampante di quanto in natura nulla sia lasciato al caso: ogni specie vivente è perfettamente adattata all’ambiente in cui vive. L’astore, tra l’altro, ha un cugino che gli somiglia molto sia fisicamente che per abitudini: lo sparviero (Accipiter nisus). Quest’ultimo, però, è di dimensioni molto minori e lo si può trovare anche in pianura.
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Astore in predazione. Foto Dario Bacchin