Una cordata di alpiniste russe apre una nuova via nel Pamir

Olga Lukashenko, Anastasia Kozlova e Darya Serupova hanno tracciato un itinerario di oltre mille metri su Argo, classificandolo ED 7b, M5, A3. «L'arrampicata è stata impegnativa e il bagnato nelle fessure ha reso tutto più difficile».

La cordata russa composta da Olga Lukashenko, Anastasia Kozlova e Darya Serupova ha portato a termine con successo una spedizione in Kirghizistan, sul Monte Argo, nella valle di Ashat. La linea è nuova e si sviluppa per 950 metri di dislivello, oltre 1200 di sviluppo su misto, in condizioni spesso precarie. L'impresa ha richiesto tre settimane al terzetto che era completamente solo se si eccettua una persona di appoggio al campo base. La via è stata scalata a vista.


Lukashenko era da tempo affascinata dal Sabakh Peak di 5282 m, la cima più alta dell'Ashat Wall, una vetta poco frequentata. Un team di San Pietroburgo guidato da A. Moshnikov aveva scalato una bellissima linea al centro del Sabakh nel 1986 e diverse spedizioni hanno insistito nell'area per alcuni anni. Yuri Koshelenko ha poi guidato una squadra nel 2013, scalando una via chiamata Alkonost (700m) sulla cima nord, battezzata poi Argo (4750 metri). Si ipotizza che la sua cordata sia stata solo la seconda a solcare la nord, dopo la via aperta da N. Petrov in precedenza sulla parte destra.


 

Un passaggio delicato su granito bagnato © O. Lukashenko

 

«Già la logistica è stata un'avventura - ha spiegato Lukashenko-. Il viaggio prevedeva un volo per Osh e una lunga giornata di auto fino al villaggio di Ozgurush, da dove abbiamo caricato 200 kg di equipaggiamento e provviste sul dorso di asini e cavalli. Abbiamo allestito il nostro campo base a circa due o tre ore dal Muro di Ashat». La cordata si è acclimatata scalando il Western Parus Peak (4.850 m), tramite una nuova via sulla parete sud-ovest (ED-, 28 tiri, 1.460 m di lunghezza, 1.150 m di dislivello, 6c, M3, A2). Poi hanno finalmente attaccato l'Argo attraverso una nuova, difficile via. 

Il team ha classificato la nuova linea su Argo come ED, 29 tiri, 1.250 m di lunghezza, 950 m di dislivello, 7b, M5, A3. Lukashenko ha descritto la scalata come un “viaggio” piuttosto impegnativo: «I primi 500 metri sono costituiti principalmente da arrampicata mista. Abbiamo iniziato il percorso lungo un canalone di ghiaccio, che si era completamente sciolto il quinto giorno, quando ci siamo calati in corda doppia. Le condizioni del ghiaccio erano discutibili a causa delle temperature elevate, quindi abbiamo optato per un'arrampicata mista, posizionando punti di protezione nella roccia ed evitando il ghiaccio ove possibile. La seconda metà della parete è significativamente più ripida. L'arrampicata è stata impegnativa, con difficoltà fino a 7b, anche se le fessure spesso bagnate hanno aggiunto sfide extra. I rischi di caduta massi e il meteo imprevedibile hanno reso tutto più complicato: temporali regolari, grandine e neve. Inoltre, c'erano alcune sezioni di arrampicata artificiale impegnativa di A3+, che comprendevano grandi blocchi verticali e scollegati. Un cedimento di un punto di ancoraggio in questa sezione avrebbe potuto avere conseguenze serie».