Il Rifugio Oltradige al Roen del Cai Bolzano © Archivio Rifugio Oltradige al Roen«L'idea mi è venuta prima di conoscere Andrea. Non avevo ancora trent'anni, una sera ragionavo sul mio futuro e ho capito che non volevo fare l'insegnante per tutta la vita e, contemporaneamente, non volevo continuare a vivere in città».
Queste le parole di Martina Bordignon che da cinque gestisce, insieme al compagno Andrea Minotti, il rifugio Oltradige al Roen del Cai Bolzano, situato nel massiccio della Mendola, in Alto Adige, a 1773 metri di altitudine.
Oggi Martina ha 33 anni, Andrea uno in più, e hanno due bambini piccoli che vivono con loro in rifugio durante il periodo di apertura. Entrambi hanno lasciato un posto di lavoro fisso per lanciarsi in questa avventura.
Andrea Minotti e Martina Bordignon © Archivio Rifugio Oltradige al RoenIl fascino dei rifugi
«Quella sera, mentre ragionavo sul mio futuro, mi sono detta: mi piace lavorare in un bar e amo la montagna, dove mi sono sempre sentita a mio agio. Ho sommato questi due fattori e ho pensato subito ai rifugi, che mi hanno attirato fin da bambina, quando camminavo in montagna con mio padre. Del resto, come meta delle escursioni li ho sempre preferiti alle cime delle montagne. Mi piaceva vedere le differenze architettoniche tra l'uno e l'altro, le diverse modalità di approvvigionamento, insomma, mi affascinava tantissimo capire come erano strutturati».
Anche la relazione sentimentale con Andrea è nata grazie al desiderio di cambiare vita di Martina. Lui lavorava nell'Azienda di Soggiorno e Turismo di Bolzano e Martina l'ha conosciuto mentre girava i vari uffici per avere le informazioni relative ai corsi, alle certificazioni e alle attestazioni necessari per lavorare in un rifugio.
«Ironia della sorte, sono incappata in lui perché avevo sbagliato ufficio», ride Martina. «Abbiamo iniziato a frequentarci e io gli ho detto subito del mio progetto di vita. Ha detto “proviamoci”, ed effettivamente gli è piaciuto».
Martina e Andrea hanno lavorato come dipendenti per due stagioni in due rifugi diversi, sempre del Cai Bolzano. Poi il gestore dell'Oltradige ha lasciato e l'occasione è arrivata. «Devo davvero ringraziare il Cai per averci dato fiducia, non avevamo neanche trent'anni quando siamo diventati rifugisti».
Il rifugio Oltradige da unìaltra angolatura © Archivio rifugio Oltradige al RoenUna piena realizzazione
Dopo cinque anni il bilancio di Martina è assolutamente positivo. Le difficoltà ci sono ovviamente, soprattutto a inizio stagione. «Dobbiamo verificare la situazione relativa all'approvvigionamento idrico, se le tubature si sono ghiacciate o meno, se le precipitazioni invernali hanno causato danni, se la via di accesso è percorribile. Poi dobbiamo far capire a qualche visitatore che non è sempre possibile fare la doccia tutti i giorni, che il rifugio non è un albergo, e neanche un ristorante. Ma noi viviamo cinque mesi in un bosco, è una cosa che non ha prezzo, la maggior parte delle persone non se ne rende conto».
Martina conclude confidando come da bambina le piacesse molto vedere il cartone animato “Heidi”. «Mi mancano solo le capre, ma per il resto sento di essere diventata molto simile a lei. Ho realizzato un sogno, sto vivendo una vita che mi fa sentire pienamente realizzata».