Un cambio di paesaggio è alle porte, sui monti

Le foreste di abete rosso e il dilagare del Bostrico

A chiunque si sia mosso in un ambiente montano dove prevalgono gli abeti rossi, negli ultimi dieci anni sarà capitato almeno una volta di imbattersi in qualche vallata o tratto di bosco che sembra totalmente bruciato; pare quasi pietrificato quando il colore bruno delle cortecce degli alberi morti lascia il posto al color argento del legno sbiancato dal sole e dalle piogge.

 

Si tratta di quelle foreste di abete rosso, o loro lembi, che hanno subito l'infestazione del bostrico, Ips typographus, un coleottero scolitide parassita di questa specie di abeti, che è naturalmente presente in ogni foresta, ma in condizioni normali rimane ad un livello di diffusione modesto senza provocare eccessive morie. Vari fattori hanno però contribuito negli ultimi anni a fare in modo che il Bostrico potesse dilagare nelle nostre foreste: il cambiamento climatico in primis con estati sempre più lunghe e calde, ma anche il fatto che spesso si tratta di foreste costituite da alberi tutti uniformemente vecchi e frutto di rimboschimenti. In queste condizioni l’Ips dilaga; alcuni eventi come la tempesta Vaia, in particolare in alcune zone del Trentino, hanno creato le condizioni perché questo crescesse a dismisura; il bostrico aumenta infatti il suo tasso riproduttivo quando "sente" (chimicamente) lo stress delle piante dovuto a siccità, temperatura, schianti. 


Siamo quindi probabilmente alla vigilia di un cambio di panorama “epocale” per alcuni dei più classici e consueti paesaggi alpini e della montagna come l'abbiamo conosciuta in questi ultimi decenni.

Ogni cambiamento è traumatico, specie se intacca quello cui siamo più abituati; ma in un'ottica più ampia e di ecosistema questo passaggio andrà letto come una necessaria fase di riadattamento di alcuni boschi a nuove condizioni climatiche, e un rinnovamento che andrà nella direzione di una maggiore naturalità e varietà (di specie arboree) rispetto ad una situazione attuale che abbiamo sempre percepito come naturale, ma che in realtà è stata spesso indirizzata dall'uomo.

Foresta di abete rosso attaccata da Bostrico (Ips typographus), Appennino settentrionale © Antonio Rinaldi