Un bicchiere di troppo

Ai piedi del campanile @ Denis Perilli.
Ai piedi del campanile @ Denis Perilli.

In quella linea ideale fra Friuli-Venezia Giulia e Veneto si innalzano delle montagne formidabili, dove torrioni, guglie, fessure, valloni sembrano voler sfidare la fantasia umana. La bellezza lì regna sovrana. Sono montagne che portano nomi ancora poco noti come Spalti di Toro e Monfalconi e che non richiamano i “turisti della domenica”, in quanto scomode e tutte da conquistare.

Laddove queste due frastagliate catene rocciose si incontrano, svetta elegante il Campanile di Val Montanaia (2173 m), un’affilata guglia, unica nel suo genere nelle Alpi. Questo “stuzzicadenti” gigante svettante in un verde pascolo era parte di un costone roccioso che racchiudeva il vallone superiore della Val Montanaia, sede del ghiacciaio che ha scavato l’attuale circo (una sorta di scodella naturale). Probabilmente la spinta dei ghiacci e le forze erosive del vento, della pioggia, della neve e del sole hanno sgretolato l’originale muraglia, lasciando quest’ultimo baluardo considerato da alcuni il “campanile perfetto”.

Il monolite, simbolo delle Dolomiti Friulane, è stato scalato per la prima volta dagli austriaci Wolf von Glanvell e Günther Freiherr von Saar il 17 settembre 1902. La storia ha dei risvolti davvero singolari, se non tragicomici.

Il 7 settembre i triestini Napoleone Cozzi e Alberto Zanutti avevano superato il tratto più difficile della salita, ma non erano riusciti a intuire la presenza di una piccola cengia (attraversamento orizzontale) che permetteva il proseguimento verso la vetta. Le due comitive si incontrarono a Cimolais e dopo qualche allegro bicchiere i triestini, in maniera molto ingenua diedero delle indicazioni estremamente utili che i furbi austriaci fecero proprie per “soffiare” la vetta agli sconsolati rivali.

Il Campanile di Val Montanaia e il suo circo glaciale @ Denis Perilli.

Ricordate che anche Omero, storico cantore greco autore dei due massimi poemi epici della letteratura greca, scrisse:

Vino pazzo che suole spingere anche l’uomo molto saggio

a intonare una canzone e a ridere di gusto,

e lo manda su a danzare, e lascia sfuggire qualche parola

che era meglio tacere.”