© Facebook Trofeo MezzalamaSin dalla sua nascita, è per antonomasia una delle gare più spettacolari del circuito scialpinistico mondiale, con i suoi passaggi ad oltre 4000 metri di quota.
La sua storia affonda le radici nel 1933, due anni dopo la morte del celebre alpinista e scialpinista piemontese Ottorino Mezzalama da cui il Trofeo prende il nome e già all’epoca il percorso prevedeva il passaggio sulla cima del Castore (4226 metri) e sul Naso dei Lyskamm, partendo dal Colle del Teodulo e arrivando all’Alpe di Gabiet. Con lo scoppiare della seconda guerra mondiale questa, come molte altre manifestazioni, scomparve, per poi tornare circa quarant’anni più tardi, in cui vennero disputate altre sei edizioni, fino al 1978.
È grazie alla Fondazione Mezzalama e al suo Direttore Adriano Favre se nel 1997 il celebre appuntamento scialpinistico torna ai suoi vecchi fasti, con l’impostazione dell’attuale gara moderna che prevede la partenza da Cervinia e l’arrivo a Gressoney, pur mantenendo il passaggio in alta quota con Castore e Naso dei Lyskamm.
In quasi 30 anni di storia le innovazioni non sono mancate: le più celebri sono quella del 1999 quando, complice il costante sviluppo dei materiali, vengono eliminati dalla gara gli sci da fondo, lasciando spazio soltanto all’attrezzatura scialpinistica e quella che dal 2025 vedrà squadre in gara composte non più da tre, bensì da due atleti.
© Facebook Trofeo Mezzalama“Finora abbiamo rispettato la formazione storica delle cordate da tre atleti ciascuna, - dichiara Favre -, sia in omaggio alle gare militari di pattuglia da cui sono nate quelle di scialpinismo, sia perché in tre era più semplice il recupero di un caduto da crepaccio. Ma con le gare moderne siamo rimasti una gloriosa eccezione. Ora è arrivato il momento anche per il Mezzalama di adottare le cordate da due scialpinisti. Ce lo impongono i cambiamenti delle condizioni dell’alta montagna, il vistoso ritiro dei ghiacciai, le stagioni sempre più avare di neve, la maggior presenza del ghiaccio vivo sui pendii e le creste. In condizioni simili la cordata da due atleti è più agile e più efficiente, sia nelle manovre di corda, sia nelle discese legati su ghiacciaio. In sostanza vogliamo garantire maggior sicurezza”