«Una scelta coraggiosa e ragionata»: il presidente del Trento Film Festival
Mauro Leveghi ha definito così il format della 69a edizione, presentata oggi al Supercinema Vittoria in una conferenza stampa in diretta streaming.
Un'edizione totalmente digitale
Quest'anno infatti la kermesse trentina ritrova la sua tradizionale collocazione primaverile, dopo lo slittamento all'estate dello scorso anno. Dal
30 aprile al
9 maggio il Trento Film Festival sarà esclusivamente digitale.
In quei giorni, come ha spiegato Leveghi, saranno programmate «le proiezioni del Concorso internazionale sulla piattaforma web già utilizzata lo scorso anno (online.trentofestival.it), oltre alle presentazioni letterarie, alle serate e agli appuntamenti mattutini online. Se le disposizioni per il contenimento della pandemia lo permetteranno, potremo organizzare anche qualche proiezione anche al cinema, lo vedremo nelle prossime settimane».
Questa scelta, ha proseguito il presidente, è stata motivata dal fatto che
«siamo il punto di riferimento per tutti i festival di montagna. Con il ritorno al nostro periodo “classico” vogliamo mandare un segnale a tutto il mondo della cultura e al nostro pubblico, con il quale nell'ultimo periodo abbiamo avuto un distanziamento esclusivamente fisico, non certo emotivo».
Seconda e terza fase in città e nelle valli durante l'estate
A questa prima fase ne seguiranno altre due, che si terranno, ci si augura, in presenza:
una nel mese di giugno, con «una serie di appuntamenti sull'alpinismo e sulla storia del territorio che coinvolgeranno tutta la città di Trento, dal centro alla periferia». A questa seguirà una terza fase, spalmata su tutto il periodo estivo, che precederà appuntamenti «nelle valli di tutta la nostra provincia».
Il manifesto del 69esimo Trento Film Festival © Gianluigi Toccafondo
Il futuro è la cima da raggiungere
Leveghi ha concluso sottolineando come in questo momento è necessaria una
riflessione: «ci auguriamo tutti che il vaccino ci permetta di sconfiggere questa malattia, in questo momento è doveroso concentrarsi su questo. Ma successivamente la priorità sarà necessariamente il dover affrontare le cause di questa pandemia, che risiedono nel rapporto malato tra uomo e natura di oggi. Anche il festival vuole dare il proprio contributo: non a caso il Paese ospite di quest'anno è la Groenlandia, dove la crisi climatica è molto evidente, e il manifesto ufficiale di Gianluigi Toccafondo intende trasmettere il giusto rapporto che dobbiamo instaurare con la natura. Dobbiamo ricercare la cultura del limite, e mi auguro che questa edizione contribuisca a porre domande e dubbi per conquistare spazi di futuro. La cima da raggiungere in questo momento è infatti quella del futuro dell'uomo. Senza una ripartenza consapevole difficilmente ci sarà un avvenire».
Segnaletica del Sentiero Italia CAI sull'Appennino parmense
Gli eventi del Cai, tra Sentiero Italia ed editoria
Anche la vicepresidente generale del Club alpino italiano (socio fondatore del Trento Film Festival)
Lorella Franceschini ha puntato l'attenzione sulla necessità un futuro sostenibile e consapevole, soprattutto per quanto riguarda le Terre alte:
«le nostre Alpi e le nostre Dolomiti sono diventate il parco giochi delle città. Nell'ultima estate segnata dalla pandemia questo è diventato ancora più evidente. Un approccio sostenibile alle Terre alte non è più rimandabile e, tra le voci necessarie per trasmettere una corretta consapevolezza ambientale a tutti i fruitori, c'è anche quella del Trento Film Festival. Una voce fondamentale in un contesto di crisi climatica e di eccessiva antropizzazione degli spazi montani come quello attuale».
La Franceschini ha ricordato gli appuntamenti di quest'anno organizzati dal
Club alpino italiano:
«anche in questa edizione presenteremo la nostra produzione editoriale e co-editoriale, quest’anno rappresentata dall’ultimo libro di Irene Borgna "Cieli neri", che racconta gli ultimi luoghi ancora preservati dall’inquinamento luminoso, da "Steps", scritto da due giovani alpinisti alla ricerca di una diversa dimensione del viaggio, e da "Un’estate in rifugio", libro di Sofia Gallo destinato ai giovani amanti della montagna. L’evento più importante si svolgerà il 7 maggio e sarà dedicato all’escursionismo e alla presentazione della prima delle dodici guide sul Sentiero Italia CAI, grandioso progetto curato dai soci del Sodalizio su uno dei trekking più lunghi e affascinanti del mondo, e del numero monografico di "Meridiani Montagne" interamente ad esso dedicato».
Un'immagine del film "La casa rossa" © Trento film festival
Cento film all’insegna della diversità, l’80% in anteprima
Dopo i saluti dell'Assessora del Comune di Trento
Elisabetta Bozzarelli, la direttrice del festival
Luana Bisesti e il responsabile del programma cinematografico
Sergio Fant sono entrati nel cuore di questa edizione 2021.
«Decine di ospiti animeranno i caffè scientifici in diretta radiofonica e gli incontri letterari, trasmessi dalle splendide sale di Palazzo Roccabruna», ha spiegato la Bisesti. «Alla sera sarà protagonista il grande alpinista Hervé Barmasse, che dialogherà con un ospite sempre diverso, su temi di grande attualità».
Fant è infine entrato nel dettaglio del
programma cinematografico:
«cambiano le modalità, ma la selezione non è meno ricca, variegata e ambiziosa: 98 le opere in programma nelle 8 sezioni, provenienti da 31 paesi di produzione, il 30% in anteprima internazionale e il 50% in anteprima italiana. Sono 23 i film in Concorso, 14 lungometraggi e 9 cortometraggi, per 18 anteprime tra italiane e internazionali, e la presenza di 9 registe donne».
Tra le prime italiane in Concorso
Paolo Cognetti. Sogni di Grande Nord con lo scrittore Premio Strega e
La casa rossa su Robert Peroni. In chiusura debutto per
N-Ice Cello - Storia del violoncello di ghiaccio, nato tra le Dolomiti e il Muse di Trento. La Giuria internazionale sarà per la prima volta a maggioranza femminile.
Per tutte le informazioni:
www.trentofestival.it