Trentino: come comportarsi nelle aree frequentate dagli orsi? Ecco i cartelli informativi

La Provincia di Trento lancia una campagna con migliaia di cartelli e brochure per sensibilizzare sulla presenza degli orsi. Non mancano però critiche su comunicazione e coerenza delle pratiche.
Uno dei cartelli installati

Da qualche mese la Provincia autonoma di Trento ha avviato una vasta campagna informativa per sensibilizzare residenti e turisti sulla presenza dell'orso bruno nei boschi del territorio. Sono stati installati circa 5000 nuovi cartelli informativi in punti strategici, come parcheggi, sentieri e aree frequentate dagli escursionisti, con l'obiettivo di promuovere una convivenza più consapevole tra uomo e fauna selvatica. “La biodiversità che arricchisce il territorio è un valore prezioso” scrive la Provincia. “Ma la presenza dell'orso bruno impone alcuni accorgimenti”.

I cartelli, realizzati in collaborazione con il Servizio Faunistico provinciale, il Servizio per il Sostegno Occupazionale e la Valorizzazione Ambientale (SOVA) e Trentino Marketing, forniscono indicazioni pratiche su come comportarsi in caso di incontro con un orso. Tra i consigli principali: farsi sentire durante le escursioni, tenere i cani al guinzaglio e, in caso di avvistamento, mantenere la calma e allontanarsi senza panico. Inoltre, i cartelli includono un QR code che rimanda al sito istituzionale dedicato ai grandi carnivori e alle regole di coesistenza con l'orso. Accanto ai cartelli, la Provincia ha distribuito circa 150mila brochure informative e posizionato 80 pannelli nei parcheggi di accesso alle aree montane, oltre a 4000 piccoli cartelli lungo la sentieristica.

 

Le polemiche

L'iniziativa ha suscitato alcune critiche. La Lega Anti Vivisezione (LAV) ha accolto positivamente l'installazione dei cartelli, ma ha evidenziato una contraddizione: mentre si invita a non abbandonare cibo nei boschi per non attirare gli orsi, la stessa Provincia consente pratiche di foraggiamento che possono rendere gli animali più confidenti e meno timorosi dell'uomo. Anche alcune realtà locali, come l'Azienda per il Turismo della Val di Sole, hanno espresso perplessità riguardo alla comunicazione adottata, ritenendo che i cartelli possano generare allarmismo tra i turisti e che sarebbe stato opportuno un maggiore coinvolgimento delle comunità locali nella progettazione della segnaletica.