Tragedia in Val Gardena: escursionista canadese morta per ipotermia

La tragedia a due chilometri dal rifugio Puez. Con lei il compagno: i soccorritori hanno allestito una tenda e trascorso la notte sul posto, in attesa che passasse la tempesta di neve
Nonostante il vento battente, all’alba, l’elisoccorso è riuscito ad arrivare sul posto© Aiut Alpin Dolomites

Tragedia nella notte in Val Gardena (Bolzano). Due escursionisti canadesi, che stavano percorrendo l’Alta via delle Dolomiti, sono stati sorpresi da una tempesta di neve, a due chilometri dal rifugio Puez. La donna, 57 anni, è morta per ipotermia.

L’allarme, al Soccorso alpino della Val Gardena, è arrivato ieri sera (12 settembre 2024) alle 20.45, per due persone in difficoltà tra il rifugio Genova e il Puez. La chiamata di emergenza è partita dai due escursionisti, esausti, e in balia del maltempo, con venti fino a 50 chilometri orari e 30 centimetri di neve fresca.

Sul posto ha provato a intervenire l’elisoccorso Pelikan 2, che però ha dovuto ripiegare, a causa della scarsa visibilità e della neve battente. Stessa cosa per l’elicottero di emergenza dell’Aiut Alpin Dolomites, che ha tentato il salvataggio in un secondo momento, verso mezzanotte e mezza. I primi a raggiungere i due escursionisti, a piedi, sono stati il gestore del rifugio Puez e una guida alpina che si trovava in zona in quel momento. Hanno trovato la donna già in condizioni critiche: non rispondeva più. Poco dopo sono stati raggiunti da una squadra del Soccorso alpino gardenese, composta da cinque uomini e due donne, ma purtroppo per la donna non c’era più niente da fare.

I soccorritori hanno allestito una tenda con coperte calde per l'uomo, anche lui in grave ipotermia, e in due hanno passato la notte con lui, in attesa che il tempo migliorasse. Cosa che è avvenuta stamattina (13 settembre 2024). Alle 6, nonostante il forte vento, l'elicottero dell'Aiut Alpin Dolomites è riuscito finalmente a raggiungere la tenda e a recuperare col verricello l’escursionista canadese di 56 anni, portato all’ospedale di Bolzano.

“Quando c’è un’emergenza - afferma Giorgio Gajer, presidente del Soccorso alpino dell’Alto Adige, che esprime il suo cordoglio per la tragedia - noi corriamo sempre per portare a casa le persone vive. Purtroppo, in questo caso, le condizioni erano difficilissime. Il rischio zero, in montagna, non esiste, ma prima di partire bisogna sempre controllare il bollettino del meteo, attenersi alle regole e saper rinunciare. O si finisce per mettere in pericolo anche i soccorritori”.