23.10.2023 - - - ambiente escursionismo speleologia
Carsismo superficiale © Denis PerilliQuando poggiamo le suole su un sentiero o ci graffiamo le mani su una via di roccia non ci poniamo mai una questione. Noi stiamo accarezzando la superficie di una montagna, ma cosa ci sarà oltre la crosta superficiale, dentro alla montagna stessa?
Questa domanda, non scontata e immediata, ci può più facilmente girovagare in testa quando ci muoviamo in un terreno carsico, ossia fra rocce calcaree lavorate dall’azione chimica combinata di acqua (pioggia ad esempio) e anidride carbonica che si trova nell’aria.
Ci viene più spontaneo farlo perché ci accorgiamo degli effetti più evidenti del carsismo, ossia i buchi e le cavità che a volte sono superficiali, mentre talvolta sono addirittura la porta d’ingresso per un buio mondo sotterraneo tutto da scoprire. I primi indizi però possono esserci dati dalla lavorazione delle rocce che porta a forme singolari come i campi carreggiati (vedi foto), le doline (cavità a forma di scodella) e le vaschette di corrosione.
Vogliamo trovare una conferma? Dove c’è carsismo non ci sono corsi d’acqua superficiali.
Questi terreni, diffusi in molte aree d’Italia e del mondo, sono il “campo da gioco” degli speleologi, ossia coloro che esplorano, studiano e frequentano inghiottitoi, pozzi e grotte, luoghi oscuri che a volte creano delle complesse e affascinanti reti di cavità sotterranee.
Non dimentichiamoci che il CAI ha una sua Scuola Nazionale di Speleologia (https://www.cai.it/scuole-centrali-e-nazionali/scuola-nazionale-di-speleologia/) e che molte sezioni hanno un proprio gruppo speleologico… perché non provare anche questo tipo di avventura?
La Grotta Noè, nel Carso Triestino @Anna Dalla ValleMa il termine “carsismo” da dove arriva?
Fa riferimento al Carso, la regione geografica, tristemente nota per le battaglie della Prima guerra mondiale, che si estende a cavallo fra il Friuli-Venezia Giulia (Trieste e Gorizia), la Slovenia e la Croazia. L’ambiente è brullo, caratterizzato da un complesso altopiano calcareo. Il toponimo deriva da “kar” o “karra”, termini di origine paleoindoeuropea che significano letteralmente “pietra”.
La simpatica lezione di oggi è “guarda avanti, guarda in alto ma non dimenticarti di guardarti anche sotto ai piedi!”
Tipica pietraia carsica a Colle Pauliano (TS) @Alessandro Tolusso