Tentativo al Karun Koh per Joshua Harrin, Masha Gordon, Jack Sturm e Ossy Freire

Il team internazionale è in Pakistan, dove punta ad aprire una nuova via in stile alpino, sulla stessa montagna dove Kazuya Hiraide e Kenro Nakajima firmarono una grande ascesa nel 2022. I due giapponesi nel frattempo sono in attesa del miglioramento delle condizioni meteo al campo avanzato alla base della parete ovest del K2.

Il Karun Koh (6977 metri) è tornato a fare parlare di sé questa estate. La sua posizione remota nella Shimshal Valley e le elevate difficoltà presentate dal ghiaccio, dalla neve e dalle formazioni rocciose hanno permesso solo due salite fino ad adesso e hanno attirato la voglia di avventura di un gruppo internazionale davvero eterogeneo, formato dagli ecuadoriani Oswaldo “Ossy” Freire, dallo statunitense Joshua Harrin, dalla russa Masha Gordon e dal francese Jack Sturm. L'idea di partenza del team era quella di provare ad aprire una nuova via sul versante sud della montagna, che rimane vergine e promette un alto livello di difficoltà. Già l'avvicinamento non è stato facile, i quattro hanno dovuto installare delle corde fisse in alcuni tratti di roccia per garantire il passaggio dei portatori.

 

La posa delle corde fisse © O. Freire

 

Ossy Freire e Joshua Jarrin lo scorso autunno avevano effettuato una spedizione nel Langtang, in Nepal, con la prima salita del picco vergine Dhagpache (6567 m) e l'apertura della difficile Cold Therapy (1000 m, TD/TD+, AI4+, 90º) sulla parete nord del Ganchenpo (6378 m).


La prima salita sul Karun Koh è del 1984, autori gli austriaci Harry Grün, Walter Krampf e Heinz Zimmermann, per la cresta ovest-sudovest. Due anni fa invece, Kazuya Hiraide e Kenro Nakajima hanno aperto una nuova via sulla sua parete nord-ovest (1800 m, AI5). Hanno effettuato la salita in tre giorni in stile alpino. I giapponesi, tra l'altro, attualmente sono sul K2: il maltempo ha rallentato anche le loro operazioni e al momento la cordata è al campo avanzato alla base della parete ovest. La massima quota raggiunta fino ad adesso è di 6700 metri.

 

Kazuya Hiraide e Kenro Nakajima © K. Hiraide, K. Nakajima