Sulle tracce di Federico II lungo il Sentiero Italia

Le tappe R09 e R10 del SICAI vedono protagonista Castel del Monte e l'imperatore che ne volle la costruzione.
Verso il castello © Corrado Palumbo

L’ottagonale castello, per molti versi “misterioso”, fu costruito per volontà di Federico II che, il 29 gennaio 1240, da Gubbio scrisse a Riccardo di Montefuscolo – giustiziere di Capitanata- ordinando l’acquisto del materiale occorrente all’edificazione “pro castro quod apud Sanctam Mariam de Monte fieri volumus”. Questa lettera è l’unica traccia esistente inerente l’inizio delle attività di edificazione del castello

Ci incamminiamo sul tratto R09 partendo dalla località Lama d’Ape (in agro di Ruvo di Puglia) che con comoda sterrata pianeggiante entra nel Bosco di Scoparella, così chiamato perché anticamente si raccoglieva il necessario per fabbricare scope. Oggi è comodo rifugio per cinghiali e lupi. Dopo pochi minuti si arriva in uno slargo dominato da una delle costruzioni più significative del Parco Nazionale dell’Alta Murgia: lo Jazzo del Demonio. Questo insediamento pastorale è composto da un ampio recinto in muratura (lo jazzo propriamente detto, dal latino Jaceo-giacere) adibito al ricovero delle pecore. La costruzione, in leggera pendenza per favorire la fuoriuscita dei liquami, è contornata da muri paralupi: questi servivano appunto per evitare che i lupi potessero scavalcare la muratura e predare le pecore. Addossata allo jazzo c’è una piccola costruzione una volta adibita ad alloggio e lavorazione del latte. Di fronte troneggia uno spettacolare mungituro, costruzione ad 8, adibita alla mungitura delle pecore. In alto si intravede un grande ponte canale dell’Acquedotto Pugliese, uno dei più grandi dell’intera opera. Sotto questo magnifico ponte sono state sparse (per sua volontà) le ceneri di Vittorio Stagnani grande giornalista e scrittore che per primo ha iniziato a raccontare i percorsi “fuori strada” di Puglia e Lucania.

Barlia di Robert © Corrado Palumbo

Risaliamo in direzione del ponte e ci incamminiamo sulla pista di servizio dell’Acquedotto Pugliese. Questo lunghissimo tratto pianeggiante che a tratti si immerge nel fitto delle roverelle offre, con il variare delle stagioni, funghi, asparagi, rosa canina, prugnolo selvatico, mandorle, olive e fichi.  È difficile morire di fame da queste parti! È più facile patire invece la sete poiché, a dispetto del fatto di camminare sulla condotta che porta acqua ai pugliesi, non vi è alcuna possibilità di rifornirsi.
Dopo aver attraversato il Bosco Fenicia il panorama si allarga su immense distese di campi. Il percorso procede in piano per diversi chilometri passando per la cantoniera di San Magno e rasentando il Bosco Cecibizzo. All’improvviso lo sguardo viene attratto, in lontananza, dall’inconfondibile mole del maniero federiciano. Da questo momento la sua bellezza magnetica richiama spesso la nostra attenzione. Dopo aver superato Torre Sansanello il sentiero entra fra campi di uva e ciliegie fino ad attraversare (con molta attenzione) la frequentata SP 234. La pista di servizio prosegue comodamente ma, volendo rendere omaggio al “Puer Apuliae”, dovremo lasciare poco dopo la traccia di Sentiero Italia e proseguire a sinistra verso l’area dei Suini di Bagnoli dove sarà possibile rifornirsi di acqua e prendere un caffè.
La traccia, svoltando a destra si restringe ma è sempre molto evidente.  Evitiamo le diverse deviazioni restando sul percorso più marcato. 

Durante la discesa, il castello sembra allontanarsi ma quando il percorso si impenna improvvisamente (da evitare assolutamente nei periodi caldi) ogni passo ci avvicina sempre più alla nostra meta. Dopo l’ultimo attraversamento di una SP ci si immette su un percorso ciclo pedonale che in breve ci porta al cospetto di questo affascinante edificio. La necessità di toccare la parete sotto la scala di ingresso viene rapidamente esaudita. La voglia di sedersi lì e guardarlo è forte, ma anche l’ampio panorama che spazia sul mare richiama la nostra attenzione. Si immaginano i cortigiani sul ponte levatoio (che oggi non esiste più) ma qualche dubbio inizia ad affiorare nella mente. Perché questa costruzione ottagonale costruita su due piani, ha otto torri ottagonali e otto stanze per piano? Passando in rassegna le varie teorie (da quella storica-ufficiale a quelle esoteriche), ci si perde e i dubbi continuano ad aumentare. Andando via ci si ricorda che (e questo è un ulteriore mistero di questo castello) non vi è prova che Federico II abbia mai visto questa costruzione! Il fatto però che da secoli se ne parli e che ogni escursionista che si rispetti riesca ad avvertire la presenza dello Stupor Mundi, sta ad indicare che Federico II ha evidentemente ottenuto il suo scopo.

Scopri le tappe R09 e R10 del Sentiero Italia CAI.