25.01.2024 - - - alpinismo arrampicata cultura storia
Adamello - Via Terzulli - Il Bivacco Ugolini e alla sua sinistra il Passo Adamello © Matteo Bertolotti (Archivio Sassbaloss)L’Adamello (3539 m) è una vetta delle Alpi Retiche Meridionali e costituisce la cima principale dell’omonimo gruppo.
Dalla Guida Monti d’Italia Adamello – Volume II di Pericle Sacchi (CAI-TCI – 1986)
Il toponimo Adamello, fa la sua apparizione nella carta napoleonica in scala 1:259.200, redatta nel 1797 dal francese Bacler d’Albe ed è introdotto per la prima volta nella letteratura geografica da una pubblicazione di F. L. Welden del 1824, riguardante il Monte Rosa e che pone l’Adamello all’ottavo posto fra i monti più alti d’Europa, assegnandogli un’altezza di 10950 piedi parigini, pari a circa 3558 m, vicinissima alla quota reale della montagna. Secondo Douglas William Freshfield il nome Adamello era del tutto sconosciuto nelle regioni circostanti, eccetto che in Val di Saviore, fra i pastori che frequentavano la sovrastante Val Adamè. Sembra sia stato il prete dell’abitato di Saviore a suggerire il toponimo ai tipografi francesi indicando come Adamello, il Monte della Valle dell’Adamè.
La prima ascensione venne compiuta il 15 settembre 1864 da Julius Payer con Giovanni Caturani “Pirinello” di Strembo, in Val Rendena. Sempre sulla guida di Sacchi viene raccontata con dovizia di particolari l’ascensione:
In un precedente tentativo di accedere all’Adamello, Payer con lo stesso Caturani e il compaesano di questi Girolamo Botteri detto “Fio”, il 9 settembre dello stesso anno era salito sul Dosson di Genova e di qui aveva tratto l’erronea impressione che il Monte Adamello costituisse un’unica montagna con l’antistante Corno Bianco. A causa di ciò, partiti prima dell’alba dal baito dei pastori al Mandròn, Payer, Caturani e Botteri, dopo che un altro componente della comitiva era ritornato al baito, il giorno del tentativo vittorioso, puntarono direttamente al versante orientale del Corno Bianco. Ai piedi dell’ultimo pendio Payer si stacca dai due cacciatori di camosci, calza i ramponi e in breve raggiunge la vetta, imitato dopo circa un’ora dagli altri due che arrivano convinti di aver finalmente raggiunto l’Adamello. Rimessisi in cordata, dal Corno Bianco si dirigono verso la cupola nevosa della montagna più alta, e a metà strada, nei pressi del Monte Falcone, Botteri si ferma a causa del mal di montagna. Gli altri due proseguono spinti dalla volontà di Payer e poco dopo le ore 11 raggiungono finalmente la vetta.
Adamello - Via Terzulli - Stefano Sciaccaluga lungo la via © Matteo Bertolotti (Archivio Sassbaloss)Oggi ci sono diversi itinerari per raggiungere la vetta dell’Adamello ma quella più gettonata è rappresentata dalla Via Terzulli; si tratta infatti dell’accesso più diretto alla vetta e al tempo stesso il più impegnativo. Il terreno è vario: l'avvicinamento al Rifugio Gnutti avviene attraversando un bosco e dei verdi pascoli, mentre la Via Terzulli si snoda lungo ripide rocce. La vetta si raggiunge attraverso un ghiacciaio e dei nevai.
Gli alpinisti più allenati potranno affrontare l'ascensione in giornata oppure approfittare del Bivacco Ugolini per godere di un'alba sul Pian di Neve. La maggior parte delle persone preferisce dividere la salita in due giorni e appoggiarsi all'accogliente Rifugio Gnutti.
Adamello - Via Terzulli - Fabrizio Andreoli e Matteo Bertolotti nei pressi del Passo Adamello © Matteo Bertolotti (Archivio Sassbaloss)La via ricorda il capitano degli alpini Guido Terzulli, socio del CAI di Brescia, caduto sul fronte russo durante la Seconda Guerra mondiale. Nell'ottobre del 1980 la via, che ai tempi richiedeva una progressione in cordata, venne attrezzata con particolari chiodi utili al passaggio veloce delle corde. Oggi invece sono presenti catene che agevolano notevolmente la progressione ed escludono l'uso della corda. La ferrata termina in corrispondenza del Passo Adamello. Da qui la vetta è vicina e le difficoltà più contenute. A causa dello scorrimento del ghiacciaio, spesso non è richiesta la progressione in cordata per raggiungere la sommità.
Adamello - Via Terzulli - Fabrizio Andreoli sul nevaio che precede la vetta © Matteo Bertolotti (Archivio Sassbaloss)