Storie di vie. La via Cesareni/Berizzi/Pansera sulla Presolana Orientale

Presolana Orientale
Presolana Orientale © Matteo Bertolotti (Archivio Sassbaloss)

La Presolana Orientale è alpinisticamente meno rinomata e frequentata rispetto alle altre cime del massiccio. Molti degli itinerari che vi sono stati tracciati sulla parete Sud sono caduti nel dimenticatoio; uno di questi è la via che Giulio Cesareni, Franco Berizzi e Amelia Pansera tracciarono il 13 settembre del 1931. 

Questa è la prima via tracciata in Presolana che coinvolge una donna nella sua apertura.

La scalata venne effettuata nel pomeriggio e la notte colse la cordata pochi metri sotto la vetta, che non venne raggiunta. L'ultimo tratto venne percorso qualche giorno dopo, prima in discesa e poi in salita.

Presolana Orientale - Via Cesareni/Berizzi/Pansera - Raffaele Ferrari sul traverso di L2
Presolana Orientale - Via Cesareni/Berizzi/Pansera - Raffaele Ferrari sul traverso di L2 © Matteo Bertolotti (Archivio Sassbaloss)

L'ascensione, nei punti più interessanti, venne cinematografata da Berizzi, ma oggi non si è a conoscenza di dove la pellicola sia conservata (ammesso che lo sia).

Dal libro Presolana 1870-1970 di Angelo Gamba:

Negletta, la Presolana Orientale se ne stava in disparte e seguiva le vicende che si svolgevano sulle altre due punte maggiori, la Occidentale e la Centrale. Invero la Orientale, dal Sud, non si mostra con la gagliarda potenza delle altre due, che presentano spigoli, pareti, creste e canaloni che l'occhio di un qualsiasi arrampicatore coglie con estrema facilità. La sua struttura la Orientale la mostra in tutta evidenza con le due pareti, Nord-Ovest e Nord-Est, pareti però visibili soltanto dalla Val di Scalve e in modo stupendo dai circhi del Polzone e del Fupù; da Sud la Orientale presenta una parete giallastra, prospiciente il Canalone Meridionale (impropriamente chiamato "Canalone Bendotti") da una parte e il canalone del Visolo dall'altra. Le giallastre placche che costituiscono questa parete non attirano gli sguardi di nessuno, all'infuori di quelli di Giulio Cesareni che il 13 settembre 1931 apre una via in cordata con Amelia Pansera e Franco Berizzi proprio al margine sinistro della parete.

Presolana Orientale - Via Cesareni/Berizzi/Pansera - Matteo Bertolotti lungo il quinto tiro
Presolana Orientale - Via Cesareni/Berizzi/Pansera - Matteo Bertolotti lungo il quinto tiro © Raffaele Ferrari

Il margine destro, decisamente più repulsivo, strapiombante, sarà appannaggio di altre cordate e diverrà forte di vie accademiche: per il momento la prima via sulla Sud della Orientale è appunto quella di Cesareni che la vince in circa otto ore di lotta. Dirà Cesareni: "non si conoscono tentativi per tale parete che a primo giudizio sembra inaccessibile data la verticalità della roccia che dalla base sale per 300 metri fino alla vetta, ed invero la scalata si può annoverare fra le più difficili finora percorse sul massiccio della Presolana. Da studi fatti dai componenti della nostra cordata si è ritenuto di non attaccare la parte destra della parete per chi guarda dal basso, così come è conformata da pareti lisce e gialle solcate da ripidi canali strapiombanti. Considerammo quindi più agevole scegliere il punto d'attacco nella parte sinistra indirizzandoci verso la base di un ben solcato canale". La salita venne in parte filmata dalla cordata (e sarebbe oltremodo interessante oggi rivedere le fasi di questa scalata e la tecnica cinematografica di allora accoppiata all'alpinismo); se le otto ore di Cesareni oggi appaiono molte (infatti la si può tranquillamente salire in poco meno di tre ore dall'attacco) si devono però considerare le incognite rappresentate da una scalata totalmente nuova e mai tentata, e soprattutto il fatto che oggi la tecnica di salita è notevolmente migliorata ed avvantaggiata di artifici tecnici che le vecchie cordate non conoscevano.
La "Sud della Orientale" per la via di Cesareni è comunque un'ottima e sicura via di salita, su roccia salda, e con il suo IV grado di difficoltà può sempre rappresentare una fonte di soddisfazioni per molti arrampicatori. Nella seconda salita di questa via, effettuata da Caccia e Piccardi il 19 giugno 1932, venne tracciata una variante d'attacco, sulla destra della via originaria, dove si apre una nera spaccatura che sale diagonalmente verso sinistra e va a raggiungere la via di Cesareni sopra le placche di base.