Storie di vie. La via Cassin alla Corna di Medale

Corna di Medale
Corna di Medale © Matteo Bertolotti (Archivio Sassbaloss)

La Corna di Medale è una cima imponente che si eleva sopra la periferia di Lecco e che precipita a Sud/Sud-Est con una parete calcarea di 400 metri e larga più di 500.
I primi alpinisti a tracciarvi una via furono Riccardo Cassin e Mario dell'Oro, quest’ultimo noto ai più con il soprannome di “Boga”. I lecchesi compirono un tentativo ma furono costretti ad abbandonare. Solo la settimana successiva e precisamente il 12 agosto 1931 riuscirono a portare a termine la scalata aprendo un itinerario logico e con difficoltà contenute.

La via oggi è una via classica della parete e in primavera e autunno non è raro fare la coda all’attacco.

Corna di Medale - Via Cassin, 3°tiro - Luca Galbiati in arrampicata
Corna di Medale - Via Cassin, 3°tiro - Luca Galbiati in arrampicata © Matteo Bertolotti (Archivio Sassbaloss)

Eugenio Pesci, a proposito di questa linea, nella sua guida Le Grigne (CAI-TCI, 1998) scrive:

Celeberrimo itinerario su roccia ottima, ormai untissimo a causa del continuo passaggio. È una delle vie su calcare più ripetute dell'intera cerchia alpina. Certamente, benché inferiore tecnicamente a molte altre salite in roccia compiute nelle Grigne negli anni '30, questa via deve essere considerata come una pietra miliare per la storia dell'alpinismo in Lombardia, con particolare riferimento all'apertura di itinerari su pareti di bassa quota o vicine ai centri abitati.

Corna di Medale - Via Cassin, Il traverso del 9° tiro - Luca Galbiati in arrampicata
Corna di Medale - Via Cassin, Il traverso del 9° tiro - Luca Galbiati in arrampicata © Matteo Bertolotti (Archivio Sassbaloss)

Riccardo Cassin nel suo libro “Capocordata” (CDA Vivalda 2001) descrive la prima epica salita:

"... I particolari di questa salita sono talmente impressi nella mia memoria che nel rammentarli ho la sensazione di viverli nuovamente;... la soddisfazione provata nell'aver superato il caminetto del masso che mi volò addosso nel primo tentativo...; le luci familiari del nostro sobborgo…; un enorme masso a tetto, che sembra ostruire la via; la fenditura che permette il passaggio a destra, dove il masso si appoggia alla parete, lo spigolo che porta all'anticima e finalmente la vetta!".

La via sale nel punto di minor resistenza della parete lungo una vaga rampa obliqua da destra a sinistra, ubicata quasi in centro alla parete e ben visibile anche da lontano, per via della vegetazione abbondante. L'arrampicata si svolge per diedri, fessure e muretti; le soste, attrezzate a fittoni resinati, sono comode su cenge e terrazzi.