15.08.2024 - - - alpinismo arrampicata cultura storia
Il Sasso Cavallo © Luca Galbiati (Archivio Sassbaloss)Il Sasso Cavallo si trova nel Gruppo delle Grigne ed è un imponente sperone calcareo che si presenta verso sud con una impressionante parete liscia, sulla quale sono stati tracciati difficili e impegnativi itinerari, rimasti per anni tra i più temuti delle Grigne. L'ambiente è selvaggio e l'avvicinamento, non certo tra i più brevi, rendono la parete poco frequentata. Qui difficilmente si farà la coda all’attacco!
Sasso Cavallo/Via Bianca Maria (o via Cassin) - Matteo Bertolotti in arrampicata © Sasso Cavallo/Via Bianca Maria (o via Cassin) - Matteo Bertolotti in arrampicata
La via Bianca Maria è stata aperta da Riccardo Cassin e Augusto Corti il 28 agosto 1933 dopo un tentativo (alcuni giorni prima, il 24) da parte di Cassin e Antonio Piloni. È dedicata a Bianca Maria Alini, figlia di Carlo Alini, titolare dell’officina dove lavorava Cassin e che gli aveva concesso il permesso di andare a scalare nonostante avesse esaurito le giornate di ferie.
Sasso Cavallo/Via Bianca Maria (o via Cassin) - Luca Galbiati in arrampicata © Matteo Bertolotti (Archivio Sassbaloss)Dal libro Capocordata di Riccardo Cassin - CDA Vivalda Editori:
[...] Ed eccomi con Augusto Corti. Per avere l’intera giornata a disposizione, saliamo da Mandello la sera del sabato, pernottiamo al rifugio Elisa, sgattaioliamo quando le tenebre si rompono e ai primi chiarori siamo già alla base. Abbiamo una corda da cinquanta metri che usiamo doppia, una staffa e un cordino da otto millimetri di trenta o trentacinque metri di lunghezza per il recupero del sacco e del materiale. Per un buon tratto conosco la via, e questo fa risparmiare tempo poiché non c’è da scrutare, indagare, cercare: più le difficoltà sono notevoli, più il percorso si stampa nella memoria, e anche a distanza di anni basta pensarci un po’ per rivedere nettamente delinearsi dinnanzi agli occhi della mente un determinato strapiombo, una placca, una fessura. Più intensamente si vive, più il ricordo si radica in noi a chiare e vivide tinte: sono le giornate bigie, eguali come un cielo nebbioso, che trascorrono invano, dissolvendosi nella memoria come fumo.
[…] La fessura continua sempre verso l’alto per altri venticinque metri e presenta due strapiombi. Giunto al primo mi accorgo che è un osso ben duro. Qui la roccia è liscia, compattissima, impercorribile. Non un intaglio, una crepa, un foro qualsiasi, anche minimo, dove conficcare il chiodo. Più considero il passaggio, più mi agghiaccia. Tasto, tocco, provo, riprovo, nulla. Sotto di me sta il compagno su ridicoli punti d’arresto, con dubbi chiodi d’assicurazione. “E’ il principio della fine”: il pensiero che non voglio formulare si fa strada nella mente e più mi sforzo per cacciarlo, più ritorna insistente. Per liberarmene, lo grido a Corti che una quindicina di metri sotto si regge ora su un piede ora su l’altro, manovrando le due corde. La risposta, borbottata a bassa voce, giunge come un brontolio: “Non può finire così”. Il compagno ha ragione: non deve finire così. Torno a provare, sbuffo, mi arrabbio, mi incaponisco. Il sudore mi impasta i capelli sulla fronte e corre lungo la schiena mentre i polpastrelli tastano le asperità del sasso; la staffa mi porta in fuori, ma la trazione della fune mi sostiene contro la roccia. Metto un chiodo, e questo mi dà fiducia per arrischiare di più. Da lì devo passare e, malgrado tutto, passo.
Sasso Cavallo/Via Bianca Maria (o via Cassin) - Luca Galbiati in arrampicata © Matteo Bertolotti (Archivio Sassbaloss)Di seguito un approfondimento di Chiara Zanoni:
Cassin lavorava a Lecco presso la fabbrica siderurgica del mio bisnonno. Mio bisnonno Carlo Alini, di origine toscane, era una persona curiosa della vita e di tutti i suoi aspetti: apprezzava le iniziative alpinistiche di Cassin. Era un uomo con idee estremamente progressiste: ha fatto laureare tutte e tre le sue figlie perché era convinto che dovessero saper badare a se stesse. E le sue figlie non l'hanno deluso: una era mia nonna, che ha insegnato tutta la vita; una ha girato il mondo come suora missionaria e la più piccola è Bianca Maria che a 95 anni ha imparato ad usare cellulare e il lettore dvd. All'epoca della via, Bianca Maria era la bambina di casa Alini, mentre le altre due figlie erano già grandi.