04.04.2024 - - - cultura storia alpinismo arrampicata
Civetta - Torre Venezia © Luca Galbiati (Archivio Sassbaloss)La Torre Venezia, alta 2337 m, è un massiccio torrione che sorge all’estremità meridionale dei Cantoni di Pelsa, nel gruppo della Civetta. A pochi minuti dalla sua base è stato costruito il Rifugio Vazzoler che rappresenta un ottimo punto di appoggio per gli alpinisti che vogliono compiere scalate nella zona.
La prima ascensione venne compiuta lungo la parete Est da Napoleone Cozzi, Alberto Zanutti, Nino Carniel e Tullio Cepich il 1 luglio 1909. Le due cordate seguirono nel primo tratto percorsi diversi raggiungendo poi insieme la cima.
Il toponimo venne scelto dal triestino Cozzi, che l’anno successivo conquistò, assieme a Zanutti anche la Torre Trieste.
Civetta/Torre Venezia - Via Andrich/Faè - Luca Galbiati su L3 © Matteo Bertolotti (Archivio Sassbaloss)Alvise Andrich ed Ernani Faè il 17 agosto 1934 superarono lo spigolo che delimita a sinistra la parete Sud che nella parte alta è percorso da un netto diedro. Si tratta senza dubbio di un capolavoro di eleganza che nel corso del tempo è diventato uno dei più ripetuti della torre. Le difficoltà sono sempre sostenute.
Venne ripetuto per la prima volta il 4 agosto 1937 dai fratelli Gino e Italo Soldà. La prima solitaria è di Michel Vaucher il 9 agosto 1958. La prima invernale porta la firma di Giorgio Redaelli e Achille Massimo (12 febbraio 1967). Venne infine percorsa in discesa da Pierluigi Bini e Vittorio Tamagni il 2 agosto 1978.
Civetta/Torre Venezia - Via Andrich/Faè - Luca Galbiati alla S6 © Matteo Bertolotti (Archivio Sassbaloss)Nel libro La grande Civetta di Alfonso Bernardi (Zanichelli, 1971) Piero Rossi scrive:
Nel 1934 Alvise ha solo 19 anni ed è praticamente a digiuno di montagna vera e propria, in quanto ha compiuto qualche prodezza sui massi della palestra di roccia bellunese. Il 16 agosto Furio Bianchet ed Ernani Faè, due “vecchi” dell'ambiente agordino e bellunese, prendono con loro il giovanissimo Alvise, forse anche con il segreto intendo di metterlo alla prova sulla vera montagna…e partono per tentare la salita in prima ascensione dello spigolo sud-ovest della Torre Venezia, un problema più volte affrontato dai migliori arrampicatori della zona ma ancora insoluto. Il primo giorno fu compiuta una ricognizione del punto più problematico, ma i tentativi di Faè e Bianchet di superare un tratto strapiombante furono vani. A questo punto, Alvise chiede timidamente se i due ‘anziani' abbiano nulla in contrario a lasciargli compiere un tentativo. Un po' di perplessità, quindi: “prego, accomodati”
“Abbandonata la stretta cornice su cui eravamo raccolti – scrive Furio Bianchet – egli partì decisamente all'attacco dei primi difficilissimi strapiombi. Con uno stile ed una sicurezza che avevano del prodigioso, li superò in breve tempo, lasciando in noi un senso di perplessità e di ammirazione…”
Civetta/Torre Venezia - Via Andrich/Faè - Nono tiro © Matteo Bertolotti (Archivio Sassbaloss)In realtà, a metà strapiombo, Alvise Andrich cominciò ad esclamare: ‘Volo, Volo!' ed a sfoderare una sua tecnica personalissima: quella di spiccare piccoli salti, per afferrare appigli lontani. Tanto bastò che i due atterriti compagni dessero di piglio ai martelli e cominciassero a costellare il posto di sicurezza di tutti i chiodi disponibili, ripetendo, frattanto, l'un l'altro: “quello è matto”.
Ma il matto era passato e, presto, con l’aiuto della corda, li guidò su per il diedro – che presenta una arrampicata di una bellezza inebriante – fino in vetta.
Fu deciso, seduta stante, che l’indomani la scalata sarebbe stata completata con l’ascensione integrale del basso. Ma, durante la notte, Furio Bianchet fu colto da forti dolori di ventre e dovette, con molto rammarico, rinunciare.
Andrich e Faè compirono brillantemente la scalata e, giunti in vetta, scrissero sul libro i loro nomi e anche quello dello sfortunato Bianchet. Questo particolare Furio Bianchet lo apprese solo una ventina di anni più tardi, quando, assieme a me, salì la Torre Venezia per l’ultima volta. Scorrendo il libro di vetta, scoprì la cavalleresca annotazione dei due compagni e ne restò commosso, fino alle lacrime. Indi, con la sua caratteristica onestà, cancellò il proprio nome dai quello dei vincitori e rifiutò anche la mia proposta di annotare i dati del parziale successo del giorno prima, che era super sempre una “prima ascensione per parete Ovest e spigolo Sud-ovest”, cui aveva effettivamente partecipato.
Civetta/Torre Venezia - Matteo Bertolotti in vetta © Luca Galbiati (Archivio Sassbaloss)