17.09.2023 - - - cultura storia alpinismo arrampicata
© Luca Galbiati - Archivio SassbalossIl Dente del Gigante, alto 4014 m, è una vetta delle Alpi Occidentali situata nel massiccio settentrionale del Monte Bianco. La sua sommità è bifida e Punta Sella (4009 m) dista circa 30 metri dalla Punta Graham (4014 m).
La storia della conquista della vetta è ricca di fascino. Il primo a tentarne la scalata fu Albert Frederick Mummery, che nell’agosto del 1880 con la guida Alexander Burgener salirono la parte iniziale, quel tratto che oggi porta il nome di Gengiva, e si portarono poi verso Sud-Ovest dove, dopo essersi alzati di circa 50 metri furono costretti a interrompere la salita nei pressi di una grande placca con roccia molto compatta. I due, di fronte all’impossibilità di proseguire in arrampicata libera, interruppero la scalata. Mummery abbandonò, come prova del tentativo di salita, il suo alpenstock (un bastone con un puntale di ferro che all’epoca si utilizzava per superare tratti ghiacciati) e lasciò in una fessura un biglietto di carta con scritto “absolutely inaccessible by fair means" – ovvero – “assolutamente impossibile utilizzando mezzi leali”.
Si trattò di una lezione di umiltà senza uguali, che da quel giorno ispirò notevolmente l’alpinismo.
Dente del Gigante - Via Normale © Luca Galbiati - Archivio SassbalossLa prima ascensione (alla Punta Sella) fu effettuata il 28 luglio 1882 dalla famiglia Maquignaz: Jean-Joseph con suo figlio Baptiste e il nipote Daniel, che superò i tratti più impegnativi. L’impresa fu portata a termine dopo tre giorni dedicati al posizionamento di alcuni ferri lungo la placca, confermando l’idea di Mummery: certe scalate appartengono alle generazioni future.
Il 29 luglio i Maquignaz ripeterono l’ascensione, portando in vetta i Sella: i fratelli Alessandro, Alfonso, Corradino e il cugino Gaudenzio. La prima ascensione della Punta Graham, la più elevata, fu invece compiuta il 20 agosto 1882 da William Woodman Graham con le guide Alphonse Payot e Auguste Cupelin.
La grande placca dove di arrestò Mummery © Luca Galbiati - Archivio SassbalossMolto bella è la presentazione del Dente del Gigante contenuta nella Guida Monti d’Italia "Monte Bianco Volume 2" (CAI-TCI, 1968) di Renato Chabod, Lorenzo Grivel, Silvio Saglio e Gino Buscaini:
"Dente" alla valdostana, e non "Aiguille", alla savoiarda. Come abbiamo avvertito nel primo volume "Aiguille, indica una cima ardita, una guglia". Ora se il Dente visto da Nord rientra ancora nel genere Aiguille, da Sud e da Est si presenta invece come il più splendido esemplare della specie "Dente", tanto per forma tanto per la candida "gengiva" nevosa da cui si erge. Anche sul versante savoiardo viene usato il toponimo "Dente": Dent du Requin, du Crocodile, du Caiman, ecc...; ed il nostro Dente del Gigante deve pertanto non solo chiamarsi "Dente" ma essere considerato come il Dente per antonomasia, il prototipo della specie Dente. Prova ne sia, che mentre si dice "ho fatto il Requin, il Caiman", si dice invece "ho fatto il Dente", considerando inutile la specificazione "del Gigante".
Malgrado questa sua caratterizzazione valdostana il Dente non si trova sulla cresta di confine, ma bensì interamente in territorio francese.
La prima ascensione del Dente è fin qui sempre stata assegnata ad Alessandro, Alfonso, Corradino e Gaudenzio Sella, che ne salirono la punta Sud il 29 luglio 1882 con Jean Joseph, Battista e Daniele Maquignaz; ma la vetta era già stata raggiunta il precedente 28 dalle stesse guide, sì e come lealmente riconosce Alfonso Sella nel suo necrologio di J. J. Maquignaz: "L'abilità, la perseveranza ed il coraggio che il Maquignaz adoperò in quell'occasione verranno sempre ricordati, perché non sarà possibile superarli; dopo un attacco accanito la montagna dovette cedere alla volontà ferrea di quell'uomo. Egli giungeva alla cima col figlio e col nipote il giorno 28 luglio 1882. Noi eravamo alla capanna ad attenderlo...". Benché il Sella parli indifferentemente del figlio e del nipote (non dimentichiamo che il capoguida Jean Joseph aveva allora la rispettabile età di 53 anni), l'uomo di punta fu in realtà il nipote Daniele, che "superò per primo tutti i passaggi difficili, essendo lui il più leggero e il più alto". Daniele Maquignaz (1846-1910: figlio di Jean Pierre fratello maggiore di Jean Joseph) fu senza subbio una guida straordinaria, molto superiore come arrampicatore all'erculeo ma pesante Alessandro Burgener, esperto sul ghiaccio, svelto come un gatto, rapidissimo, pieno di conscio ardimento che non trasmodava mai in temerarietà.
Nella salita del 29 luglio i Sella si divisero il due cordate: la prima composta da Alessandro e Gaudenzio, con J. J. e Daniele Maquignaz, la seconda da Alfonso e Corradino con Battista Maquignaz. Rinunziarono alla vetta più alta perché per raggiungerla "sarebbe occorsa un'ora di tempo, la quale mi faceva difetto, perché volevo lasciare il piacere della salita anche ai miei fratelli, che mi attendevano più sotto, e d'altronde il Dente era soggiogato, e la salita della seconda punta, incomparabilmente più facile della salita della cresta su cui stanno le due punte, non aveva più importanza alcuna".
Restava così da conquistare la punta Nord: e vi provvide William Woodman Graham con Alphonse Payot ed Auguste Cupelin, il 20 agosto 1882, rivendicando poi, in base all'argomento formale della vetta più alta, quella prima ascensione del Dente che sostanzialmente era invece già stata compiuta dai Maquignaz, per i suoi suesposti convincenti motivi Sella. Fra i tentativi va particolarmente ricordato quello di Albert Frederick Mummery e Alexander Burgener, che nel 1880 raggiunsero la piattaforma ai piedi della gran placca, lasciandovi un bastone ed un biglietto con la scritta "absolutely inaccessible by fair means" (assolutamente inaccessibile con mezzi leali).
L'impiego di una pertica, di “parecchi decametri di corda”, di '"punte di ferro", del martello con cui "il Maquignaz ebbe la felice idea di rompere la testata di questo straterello... tanto che il piede vi trovasse appoggio", parve allora un sacrilegio, mentre fa oggi sorridere di fronte ai ben più perfetti e sicuri mezzi attuali di arrampicata artificiale: e non può comunque farci dimenticare il coraggio con cui i Maquignaz affrontarono una salita che dalla piattaforma Mummery, e per quel tempo, si presentava come veramente formidabile."
La salita, che presenta difficoltà di V+, oggi, proprio in virtù alla provocazione di Mummery, è completamente attrezzata: lungo tutto il percorso sono disseminati metri e metri di cordone per azzerare.
Dente del Gigante - Via Normale - Ivan Facheris in vetta a Punta Sella © Luca Galbiati - Archivio Sassbaloss
Dente del Gigante - Via Normale - Luca Galbiati in vetta a Punta Graham © Matteo Bertolotti (Archivio Sassbaloss)