"Stelle e tempeste" (Etoiles et Tempetes)
Regia Gaston Rébuffat, Fotografia George Tairraz (Francia 1955) 90 minuti
Interpreti: Gaston Rébuffat, Maurizio Baquet, George Tairraz
Gran Premio Festival di Trento (1955) e Miglior film dei primi 50 anni del Film Festival di Trento (2002)
La recensione del film Stelle e tempeste è un omaggio a un grande alpinista innovatore delle tecniche di arrampicata dall’approccio filosofico unico nei riguardi della montagna: la montagna come incontro perfetto fra due linee, quelle verticali (le rocce) e quella orizzontale (il mare). Un film ironico, divertente, gioioso e totalmente immune dalla retorica alpinistica dell’epoca, attraverso il quale si riesce ad apprezzare l’enorme e innovativa tecnica alpinistica di Gaston Rébuffat: un modo di arrampicare leggero, aereo e impalpabile.
Preparativi in attesa di girare una sequenza del film © copyright Film Festival TrentoL’immagine restituisce la sua tecnica in maniera perfetta, senza sbavature né forzature con quella naturalezza che solo i grandi sanno creare. È un film che in alcune sequenze ricorda i più bei capolavori del cinema muto di Buster Keaton e Charlie Chaplin: per i ritmi della narrazione, la scelta delle tecniche di ripresa, per la sua sottile e intelligente comicità. La clownerie di Baquet in alcuni momenti anticipa film come Little Red Bus del 2014. È indubbiamente l’unico film che esplicita la tecnica alpinistica in maniera poetica narrando dell’incontro e della amicizia fra una guida (Gaston Rébuffat) e un violoncellista (Maurice Baquet). Giochi d’ombre e controluce, sperimentazioni di sequenze innovative, montaggio curato nei minimi particolari. Fra le sequenze più emozionanti, con cui si snoda il film a metà strada fra doc e fiction, antesignano di altri esperimenti che arriveranno molti anni dopo: le immagini di Rébuffat e Baquet che per gioco salgono due pilastri vicini e contrapposti, legati alla stessa corda e una volta in vetta, quasi per gioco, danno spazio alla dimostrazione della traversata tirolese. La sequenza di Maurice che ai piedi della parete suona il violoncello mentre Rébuffat scende in corda doppia ci fa assistere quasi ad una improvvisata danza accompagnata da una musica scritta per l’occasione. E ancora: Rébuffat e Baquet che si allontanano sulla neve alla maniera di Chaplin, quello con il bastone da passeggio, questi Rébuffat con la piccozza e Baquet con il violoncello … ancora le riprese dei passaggi più difficoltosi e affascinanti di alcune grandi pareti nord: Pizzo Badile, Grandes Jorasses, Cima Grande di Lavaredo, Eiger e Cervino, per finire con la splendida Cresta di Peuterey. “Le montagne non sono un ostacolo ma un legame fra due popoli” Gaston Rébuffat.
Un fotogramma del film © copyright Film Festival Trento