Solo con mezzi onesti

Che personaggio Albert Frederick Mummery! Oggi lo definiremmo un “moderno” – se la parola avesse un senso – perché mostrava la stessa leggerezza degli scalatori contemporanei che fanno di tutto per cancellare i rischi, il pathos, l’eroismo. Mummery è un antieroe per natura, senza sforzo, e condisce di sano umorismo anche nelle imprese più severe. Nato a Dover nel 1855, davanti all’oceano, sale il Cervino nel 1871, a quindici anni. Presto diventa un maestro, perché scala anche meglio delle sue guide, pur rispettandole, e non si fa spaventare da niente. «Andiamo, vediamo e se va male torniamo indietro». Nel 1880 Albert Frederick e la guida svizzera Alexander Burgener vogliono posare le mani sul Dente del Gigante, che è entrato nella leggenda quando Whitwell ha provato a scalarlo. “Impraticabile” è stato il verdetto. Imperturbabili, i due salgono verso l’ignoto in un’alba imprecisata. Il canino svetta strapiombante, come aggredito da una carie incurabile. L’occhio è ipnotizzato dall’abisso, ma forse il granito concede una speranza. Aggirato lo spigolo e guadagnato un pulpito, Burgener affronta la placca striata da una ruga di gelo, raschiando mani e piedi sulla pietra; un gracchio veleggia; gli scarponi chiodati fanno scintille, le dita grattano l’appiglio che non c’è; infine, scornato, il montanaro ritorna sui suoi passi.
«We come back.»
«Yes, we come.»
Alla base della placca che li ha respinti, Mummery riesuma un pezzo di carta, trova in tasca una punta di matita, scarabocchia qualcosa sul foglio e lo nasconde nella fessura del granito: “Inaccessible by fair means, insuperabile con mezzi onesti”. Quattro parole che pesano come un macigno.
Le sue scalate sono storiche per le difficoltà e soprattutto per la concezione sportiva affiancata all’etica, un giusto mix di innovazione e rispetto per la montagna. Per questo equilibrio creativo Mummery è considerato uno dei più grandi alpinisti di sempre, e anche per essere stato uno dei primi “senza guida”. Tra le imprese più importanti figurano le vertiginose guglie dei Grands Charmoz e del Grépon nel Monte Bianco e la cresta di Zmutt al Matterhorn, scalata con Burgener nel 1879. Erano appena passati 14 anni dalla prima salita del Cervino. Dopo molti altri anni di alpinismo Mummery sente la necessità di esplorare le montagne lontane. Compie spedizioni in Caucaso nel 1888 e nel 1890. Muore sul Nanga Parbat nel 1895, affrontando l’impossibile.